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Aggiornato: 6 giugno 2025
El contrario che fanno coloro che hanno la virtú della discrezione: che, poi che hanno renduto il debito che detto è a me e a loro, rendono poi al proximo il principale debito de l'affecto della caritá e de l'umile e continua orazione.
E perché Io so' una cosa con la mia Veritá, ed egli, Verbo incarnato, con meco, finí la pena del desiderio e non l'amore del desiderio. Vedi dunque che i santi e ogni anima che è ad vita ecterna hanno desiderio della salute dell'anime senza pena, però che la pena terminò nella morte loro, ma none l'affecto della caritá.
Nel quale salire sonno congregati e uniti insieme, stando nella dileczione del proximo, portando el cuore e l'affecto suo come vasello a me, che do bere a chi me l'adimanda, e tenendo per la via di Cristo crocifixo con perseveranzia infino a la morte.
E se ella, al tempo che è provata con molti contrari, non facesse buona pruova, non sarebbe virtú in veritá fondata. Qui comincia el tractato de la discrezione. E prima, come l'affecto non si die ponere principalmente ne la penitenzia ma ne le virtú. E come la discrezione riceve vita da l'umilitá, e come rende ad ciascuno el debito suo.
Come la penitenzia non si die pigliare per fondamento né per principale affecto, ma l'affecto e l'amore de le virtú.
Farò come Troglio che dicerò: A, a, perché non so che mi dire altro, però che la lingua finita non può exprimere l'affecto de l'anima che infinitamente desidera te. Parmi ch'io possa dire la parola di Pavolo, quando disse: «Né lingua può parlare, né urecchia udire, né occhio vedere, né cuore pensare quello che io viddi». Che vedesti? Vidde «arcana Dei». E io che dico?
Ma l'anima, che perfectamente spera in me e serve con tucto el cuore e con tucto l'affecto suo, subbito per necessitá, per la cagione decta, si conviene che si disperi di sé e del mondo, di speranza posta con propria fragilitá. Questa vera e perfecta speranza è meno e piú perfecta, secondo la perfeczione de l'amore che l'anima ha in me.
Alcuna volta Io permecto di non dare lagrime corporalmente, per fare l'anima continuamente stare dinanzi da me umiliata e con continua orazione e desiderio gustando me; ché avere da me quello che essa dimanda non le sarebbe di quella utilitá che essa si crede, ma starebbesi contenta ad avere quello che ha desiderato, e allentarebbe l'affecto e il desiderio con che ella me l'adimandava.
E gli altri observano i consigli solo mentalmente, spogliatosi l'affecto della ricchezza, ché non la possiede con disordenato amore, ma con ordine e timore sancto; fattone non posessore, ma dispensatore a' povari. Questo è buono; ma el primo è perfecto, con piú fructo e meno inpaccio, in cui si vede piú rilucere la providenzia mia actualmente.
Dicendo «molte» non ti pongo numero, perché l'affecto de l'anima fondato in caritá, che dá vita a tucte le virtú, debba giognere in infinito. E none schifo però la parola, ma dixi ch'Io volevo poche parole, mostrandoti che ogni operazione actuale era finita, e però le chiamai «poche»; ma pure mi piacciono quando sonno poste per strumento di virtú e non per principale virtú.
Parola Del Giorno
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