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Aggiornato: 10 giugno 2025


Ma fra l'acque che si stendono a specchio degli Insubri monti, quelle su cui il furore belligero si dispiegò più fiero ed ostinato si furono pur sempre le Lariane.

Teme che Cristo ora vendetta faccia; che, poi che battezzar ne l'acque monde, quando ebbe tempo, poco gli calse, or si battezzi in queste amare e salse. 48 Gli ritornano a mente le promesse che tante volte alla sua donna fece; quel che giurato avea quando si messe contra Rinaldo, e nulla satisfece.

Di voi, pastor, s'accorse il vangelista, Quando colei che siede sopra l'acque Puttaneggiar co' regi a lui fu vista

Direbbe: la fredda signora Ondina ne l'Alpe si . In riva d'ombroso torrente Fa con l'acque pure a l'amor; Sul musco si posa languente, Ai deserti dona il suo cor. Diletta, sarei nei vivaci Gorgoglii de l'onda che va Con un suon sommesso di baci Che sosta in eterno non ha. Diletta, nel musco sarei Che gode il tuo corpo legger; Al picciolo orecchio direi Il mio dolce, folle piacer.

Noi ci allegrammo, e tosto torno` in pianto, che' de la nova terra un turbo nacque, e percosse del legno il primo canto. Tre volte il fe' girar con tutte l'acque; a la quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giu`, com'altrui piacque, infin che 'l mar fu sovra noi richiuso>>. Inferno: Canto XXVII

S'infransero a 'l tremore orrido i marmi, e fumaron stridendo l'acque incese. «Eranmi schiavi li astri in lunghe torme; «e in tal regno le feste ho celebrate «de' suoni de' colori e de le formeDisegno di G. A. SARTORIO.

ella a seder qui presso a l'acque vive si porria in grembo a l'erba, io in grembo a lei, e da i boschi trarriano i semidei al sacro aspetto e le silvestre dive. Io lei mirando, a dir del suo valore snoderei la mia lingua, e alcun di loro segneria per li tronchi il chiaro nome; ella gioiosa e umile in tanto onore forse di varii fior, forse d'alloro, tesseria una ghirlanda a le mia chiome.

T. Voi me date vna proua, che mediante il tempo habbiano da mancare l'acque, & mancando l'acque, regnar

49 E colli e casse e ciò che v'è di grave gitta da prora e da poppe e da sponde; e fa tutte sgombrar camere e giave, e dar le ricche merci all'avide onde. Altri attende alle trombe, e a tor di nave l'acque importune, e il mar nel mar rifonde; soccorre altri in sentina, ovunque appare legno da legno aver sdrucito il mare.

Ma non tosto il giorno fu dal lume solar causato e nanti mi rifulse, che una fonte, qua bagnar un fiume vidi le ripe sue da l'onde impulse: parte stagnarsi e mitigar lor schiume, parte volgersi al mar e l'acque insulse far salse, ove l'orribil Oceáno distende l'ampie braccia di luntano. In mille parti ruppesi la terra, donde montagne alpestri al ciel ne usciro.

Parola Del Giorno

s'alceste

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