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Aggiornato: 7 giugno 2025
Finalmente, aperto, con un ultimo brivido, l'uscio a pianterreno, si trovò in istrada, e vide Clarice. Le due donne si misero a camminare senza far parola, spaurite dalla propria audacia e pensierose.
Se ci trovassimo per istrada lo saprebbero tutti e nei paesi sono così maldicenti! Perchè non venite a casa? Tuttavia ci penserò, ci penserò tanto che pure troverò il modo di poter stare insieme con voi almeno un istante. Anche di questa lettera mancava la fine. Mio Alberto, Che gioia insperata!
In questo turbamento di pensieri, che tutti gli si affacciarono in un punto nello scendere le scale, Rocco tornò in istrada, e vista la carrozza signorile ferma ad aspettare, e il grasso cocchiere, che sceso di cassetta, dondolavasi sulla persona a mezzo del marciapiede, mosse difilato a lui, con titubanza e facendo lo gnorri.
Sorrise, ricordando che quel fenomeno di sdoppiamento dell'udito gli era occorso spesso; in istrada ferrata, per esempio, quando il fragore delle ruote, lo strepito, lo scricchiolìo delle carrozze in moto, lascia intendere, a chi presti attenzione, un suono lontano lontano, come di angeliche voci laudanti nello spazio.
Sono stata attenta, e ho notato i due che passavano, ripassavano.... e quell'altra, che correva alla finestra e poi si vestiva in fretta, scappava giù, in istrada.... e i due dietro, a braccetto. A braccetto?... Insieme? Insieme. Lettere?... Hai visto lettere? No. Ma si trovano? Si parlano? Credo.... dalla Schönfeld. Dalla Schönfeld?... Siamo a cavallo.
All'indifferenza avrebbe opposto indifferenza; la trovava anche più scicche, e invece di aspettarla dietro la porta per sorprenderla con un bacio, si cacciò nel vano della finestra, guardando fisso in istrada, fingendo di non accorgersi della sua venuta e di essere assorto in lontani pensieri.
Lo sconosciuto con un moto pronto al pari dell'idea, afferrò con ambe le mani la bella testa della guantaia, depose sulle labbra di lei un bacio infuocato, poi slanciandosi in istrada, scomparve. A Maria le parve che con quel bacio, egli le avesse portata via l'anima, tanto fu scossa sino in fondo al suo essere. Rimase un istante come svenuta, con gli occhi umidi, le labbra frementi...
Ci vedremo allora, non mancherò diss'ella ridendo. Poi tacque improvvisamente. Massimo, per ringraziarla, si mise a cogliere dei gelsomini bianchi, odorosissimi, li raccolse in pugno, tentò due volte di buttarglieli sul balcone: ma erano così leggieri che caddero in istrada, candidi, roteanti. Peccato, peccato! gridò lei, che aveva indovinato il grazioso pensiero.
Contento voi, contento tutti esclamò mentre usciva in istrada. E al giovedì seguente fu puntuale. Sul deschetto lo aspettava un secondo paio di stivali, più belli dei primi, a cui il vecchio, aiutato dal garzoncello, dava l'ultima spalmata di grasso. Fatti? Sono qui. Mi rincresce, sapete... Colpa mia. Proviamo? Proviamo pure. E si posero all'opera.
«Guardai mio padre che piangeva in un angolo; quando mi dissero di andarmene, rifiutai, e allora mi misero fuori a colpi di calcio di fucile. «Trovatomi così in istrada, una sera del febbraio 1852, senza un soldo in tasca, mi misi in cammino alla volta di Condrieux. Faceva molto freddo e la terra era coperta di neve.
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