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Aggiornato: 5 maggio 2025


I Francesi non istettero a perdere tempo e nella notte del quattro al cinque giugno condussero la prima parallela di assedio a trecento circa metri dal punto designato da loro per lo assalto; in ciò essi seguivano i precetti dei loro maestri di guerra Vauban, e Cormontaigne; altri ingegneri operarono altramente, chi allontanandosi, e chi più accostandosi alle mura nemiche; mentre si rammenta Marescot che allo assedio di Landrecy aperse le trincee a 300 metri dalle opere estreme della piazza, Chasselup a Mantova le fece a 100 metri più presso, e Rognat a Tortosa anco meno discosto: ai giorni nostri la distanza di trecento metri non basta in virtù delle armi perfezionate che ti ammazzano anco da 1000 metri lontano, sicchè tornare ai 600 metri come si costumava prima del Vauban non parrebbe troppo, ma i Francesi senza un pericolo al mondo poterono praticare a Roma il modo, che tennero conciossiachè i Romani possedessero solo armi ordinarie e manco delle buone.

Col gennaio 1871 comincia una nuova era nella vessata questione del Tevere. Le Commissioni di ingegneri del governo italiano e del municipio romano gareggiarono in attivit

E poichè era «scopo principale dell'istituto di rendere i giovani, al possibile, perfetti nell'ufficio di artiglieri, di ingegneri e di battaglisti», così si doveva, oltre alle materie teoriche di cui sopra, «insegnare loro il modo di guerreggiare degli antichi, l'uso di accamparsi, la condotta delle mine, l'arte teorica e pratica dell'artiglieria ed il modo di guerreggiare presentemente in rapporto con gli antichi».

Il lavoro fu commesso dal Savio alla Scrittura al tenente colonnello Lorgna, e questi l'affidò a sua volta ai migliori allievi del Collegio Militare di Verona destinati ad uscire in quell'anno alfieri nel nuovissimo corpo degli ingegneri militari; così quei giovani uscirono dall'ombra delle scure torri scaligere al sole di una vagheggiata vita di operosit

Ragioniamo! diceva a stesso. Questi dottori, questi scienziati sono, su per giù, una manica di ciarlatani. Ce le danno a bere grosse, sicuri che noi ignoranti non possiamo smentirli. Quell'altro professore, ieri, non voleva darmi a intendere che è stata misurata, fino a un millimetro, la distanza dalla terra al sole? Hanno mandato gli ingegneri a misurarla col compasso? Fandonie! Ciarlatanate! E la luce delle stelle che mette dieci, dodici, venti mila anni ad arrivare quaggiù! Hanno forse avuto sott'occhio il passaporto di essa, vistato dai sindaci di l

Cardello si sentiva accapponare la pelle pensando che pochi minuti prima, assieme con le signore e coi bambini, era passato sotto il punto dov'era avvenuta la frana! E ripeteva: Quando si dice il destino! È proprio vero: ognuno ha il suo destino! I due ingegneri provinciali e quello del Genio Civile furono maravigliati della intelligente cooperazione di Cardello nella inchiesta.

Due ricchi ingegneri furono incaricati di continuare il lavoro delle mappe, e, conoscendo la capacit

Gli organici degli ingegneri militari furono stabiliti come appresso: 1 colonnello, 1 tenente colonnello, 2 sergenti maggiori, 8 capitani, 8 tenenti ed altrettanti alfieri, da trarsi questi ultimi annualmente dal Collegio Militare di Verona. In totale il corpo doveva contare sul primo piede 28 ufficiali senza alcun riparto di truppa.

Con questi auspizî adunque, nel 1770, venne creato con apposito senato-consulto il Corpo degli Ingegneri militari, unitamente al Reggimento di Artiglieria . Il grande favore, tutto proprio del tempo, verso quanto di tecnica militare e navale proveniva dall'Inghilterra, indusse il Savio alla Scrittura a ricercare da quella parte anche il primo sovraintendente nel corpo novello come si era fatto per l'artiglieria ; e questi fu il colonnello Dixon, scozzese di origine.

Dal 1870 la letteratura relativa al corso del Tevere si è considerevolmente aumentata. Da quell'epoca sono stati pubblicati più di 80 nuovi scritti, sul problema del Tevere, da ingegneri, tecnici, professori di matematica e di scienze naturali. A questi studî zelanti non fu estraneo Garibaldi che si interessò sempre della questione; e questo è gi

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