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Aggiornato: 4 giugno 2025
Cosicchè qualche secolo prima di Colombo i caudati figli del Celeste Impero avrebbero scoperto l'America, e, se non ne furono i primi abitatori, aprirono la via a qualche altro popolo dell'Asia. I vecchi messicani e gli indiani discesero probabilmente da qualche famiglia asiatica trasportata in America dai venti, sopra una zattera di tronchi d'albero.
Essi sono di tutti i tempi, di tutte le nazioni. Ma, indiani, greci, latini, italiani, francesi, inglesi, tedeschi, anche oggi si fanno intendere, ci entusiasmano, ci commuovono pur esprimendo sentimenti e concetti che, in gran parte, non sono più nostri. La loro narrazione è così limpida, così viva, che le disparit
Ella guardando lui, ed egli vedendo il creato negli occhi di lei, avevano dimenticato ogni cosa. Ma che cos'altro è un vero e forte amore, se non un profondo oblio! Respirare le dolci fragranze d'una guancia adorata, farsi collana di due candide braccia, è come affogare nell'infinito; anticiparsi il maraviglioso nirvana dei filosofi indiani. Sopra tutto, se duri tra voi e intorno a voi un grande silenzio, che vi d
Tali sarebbero le leggi che avrebbero presieduto all’esordio del vizio contro natura nel mondo; esso ha dovuto essere praticato sin dai tempi più remoti, qualche scritto nei libri sacri indiani ne fa menzione, ma nulla di preciso circa i dettagli esiste fino alle relazioni della Bibbia.
Dopo averli confinati in certe zone di terreno chiamate reservations violano i patti; i soldati fanno invasioni continue e si abbandonano alla caccia del bisonte e degli altri animali, per il solo piacere di distruggerli, mentre formano l'unico nutrimento del Pelle Rossa; gli impiegati, poi, rubano quasi tutti i doni e le merci inviate dal Governo agli indiani.
La vita avventurosa di questi guardiani, i romanzi pubblicati negli Stati Uniti sul loro coraggio, sulle loro lotte con gli indiani, sui loro duelli, fanno sì che una quantit
Vedrete in esso altresì una certa tendenza contemplativa. della quale, come giá s'è detto nel numero 25 del Conciliatore, bisogna cercare la ragione nella vita spesso sedentaria degli indiani. La Sacontala è un dramma di cui l'argomento unico è l'amore.
Il campo che viene preparato è ordinariamente di cinque miglia di circonferenza: alla festa accorrono da otto a dieci mila indiani. Davanti alla tenda, dove i danzatori devono aspettare gli ordini per eseguire il loro programma, giace un cranio di bufalo contornato da erbe selvatiche e da altri emblemi strani e misteriosi.
Il gaucho sorpreso da una disparada non ha che una via di salvezza: fuggire nella stessa direzione; unirsi alla mandria. Succede allora talvolta che egli perde il controllo della sua cavalcatura, ripresa dall'istinto selvaggio, e deve seguire la fuga capricciosa fino alla fine, prigioniero di quell'uragano di bestie. La disparada era la più terribile arma degli indiani contro le truppe argentine.
Si spara anche un colpo di cannone, ed allora gli indiani, dopo aver combattuto, muoiono anche tutti da valorosi, sempre due a due. Lo sparo delle armi da fuoco, il rullo dei tamburi, lo squillo delle trombe, lo sbattere delle gambe dei fantocci sul tavolato della scena, le grida della platea producono il più forte rumore di battaglia, che io abbia mai inteso un teatro.
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