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FESSENIO. Imparate, amanti, questi bei detti. CALANDRO. Se io l'ho mai, tutta me la mangerò. FESSENIO. Mangiare? Ah! ah! Calandro, pietá di lei. Le fiere l'altre fiere mangiano; non gli omini le donne. Egli è ben vero che la donna si beve, non si mangia. CALANDRO. Come! si beve? FESSENIO. Si beve, . CALANDRO. O in che modo? FESSENIO. Nol sai? CALANDRO. Non certo. FESSENIO. Oh!

Morale della favola; diss'egli ad un certo punto tra . Imparate, o giovani, a non lasciar chiusa una lettera che abbiate ricevuta. Meglio è morire sul colpo, che patire un'agonia di due ore. E madonna Bianchinetta e Fior d'oro, che parevano essersi scordate di quel misterioso letterone!

Si guastano nella malattia le impressioni più superficiali, si cancellano le più recenti, e le più antiche rimangono, vengono per così dire alla vista. Si cita il caso di un ammalato di malattia cerebrale, che sapeva otto lingue, e ne perdette parecchie via via, nell'ordine contrario a quello in cui le aveva imparate.

E il poeta, che sente oramai stracco il suo colascione, fine al canto con un paio di versi, tutti novitá di pensiero, tutti eleganza di modi: Imparate giustizia, o genti umane, e non spregiar le deitá sovrane. E tu perdona a me se ti ho fatto ingozzare tutto questo episodio.

Infatti la lettera avvertiva la contessa Orsolina che la mamma dell'Agnese era stata ricoverata all'Ospedale, ridotta in fin di vita dalla pellagra. La Contessa avea dato il doloroso annunzio alla bambinaia senza preamboli e traendone anzi argomento per un nuovo predicozzo: «Imparate a far la cattiva. E' un castigo che vi manda il Signore. In quanto a me», e si rizzava impettita, con una grand'aria di magnanimit

PIRINO. E quel che piú mi molesta è che l'impresa cominciata e proseguita con tanta gloria, or ci partorisca contrario effetto; e ci assassinano con l'astuzie imparate da noi.

Uno astrologo Armeno, in Venezia, per insegnarmi la ricetta volle che io gli contassi cinquanta ducati di oro... Non ti credevamo avaro, Orazio. Se pretendi essere rimborsato, ti renderemo i ducati; ma fra noi ogni cosa dovrebbe essere comune... Oh, io non l'ho detto mica per questo! Uditemi, dunque, e imparate.

Lardone, tu sai ch'io e tu ci conosciamo insieme, e tu non ti puoi nascondere dietro questo dito. Sai bene quante volte avemo mangiato e bevuto insieme a spese de' perdenti; tu sei un forfante, e le forfantarie l'ho imparate da te; se faremo questione, scoprirò bene che sei un forfante de ventiquattro carati.

Voi volete lodarmi, Giovanni, e, sia detto con vostra buona pace, proferite una sciocchezza insigne; sentenziò gravemente Bartolomeo Fiesco. Imparate, giovinotto di poche lettere, che lo scrittore italiano si guarda bene di scrivere come parla, avendo alto il rispetto delle vergini muse, dei lettori di buon giudizio, e di . Quando parla, apre la bocca, e d

Come parlava l'italiano! come il genovese, che è poi la madre lingua d'ogni buon Ligure, e certamente quella del Paradiso terrestre; specie colla giunta di quella sonora e dolce cantilena chiavarese! Difatti, anche queste finezze aveva imparate in pochi mesi la regina delle Indie.