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Aggiornato: 21 giugno 2025
A mio padre dirai che non s'affligga, ché non ha perduto un maschio, ch'egli tanto desiderava, ma una femina sfortunata e infelicissima. BALIA. O indarno nata bella, o indarno tante virtú imparate, e cosí morir tu devi? ahi stelle crudeli, e che è quel che ascolto?
Ah! bella bambina, siete anco armata? soggiunse, quindi, come deridendola: e credete voi ch'io abbia paura di quel ferro nelle vostre piccole mani? riponetelo, imparate ad esser più gentile; questo è un tratto da novizia.
Peggio!... E se apri bocca, casca il mondo. «Imparate da me! Imparate da me!» Non c'è che lei. Maledette le perfezioni!... Ma poi, accortosi di essersi lasciato trasportare, si fermò, cambiò tono: Sempre, per altro, con giustizia... per il bene della casa... per il bene di tutti. E voi... Vergogna... Vergognatevi!... E, fatto il male, nessuna confidenza in vostro padre. Volevo dirti tutto.
«Le avevo imparate senza sforzo. La mia educazione religiosa non fu punto pesante.
A una stampa, che di fronte a una protesta ardita di popolo schiavo contro l'oppressore straniero, può farsi per un mese austriaca di vitupero contro uomini creduti eccitatori di quella protesta, non ho che dire. I ragionamenti non giovano; non giova ripetere ad essa il consiglio di Foscolo: imparate a rispettarvi da voi, affinchè, s'altri v'opprime, non vi disprezzi.
Sentitela la chiacchierina! esclamò ridendo la Sofia, pare che reciti la lezione a mente. Da chi l'ha imparate, dica, tutte codeste belle cose? Le ho sentite dir dalla mamma. Ma perchè ora prendi i ferri da calza? Oh bella! Per farle le calze. Come glie le fai? A pedule o colla soletta? A pedule.
Daniele, lo vide uscire, lo sentì scendere le scale, ma non si mosse: fermo, immobile, pietrificato, restò lì un bel pezzo a pensare. Imparate da me!... Imparate da me!... mormorò alla fine, scrollando il capo, sospirando melanconicamente. Belle cose da imparare.
Imparate, signor cancelliere, imparate l'arte del criminalista! Noi dobbiamo far tesoro delle ore notturne. Questi sono i momenti più propizi per esaminare i detenuti. Essi vengono svegliati dal sonno e subito tratti innanzi al giudice; si presentano all'esame tutti sbalorditi e confusi.
Nata bella in una culla d'oro, cresciuta in mezzo a tutti gli agi di un lusso intelligente, tra i profumi della nativa eleganza, io credo che ella succhiasse l'arte col latte. Credo eziandio che facesse versi, ma sarei pronto del pari a scommettere che non avesse imparate mai le regole della prosodia.
Nuovi! (soggiungeva fra Buonvicino) nuovi quanto il libro ove il più sapiente dei re scriveva: Ascoltate, o regnanti; imparate, o giudici: da Dio v'è dato il potere, ed egli interrogher
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