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Aggiornato: 10 giugno 2025
Hassarn, continuò Abd-el-Kerim, lasciami solo. Tu non puoi essere testimone a quello che io dirò all'almea. Tu sei pazzo. Io voglio vedere Fathma. Hassarn, tu non lo farai, disse recisamente l'arabo. Ma disgraziato, e non pensi che sei promesso a Elenka. Io spezzo il nodo e mi getto corpo e anima fra le braccia di Fathma. Ho il sangue che mi brucia le vene e il cuore che batte per l'almea.
In carne e in ossa, amico mio, rispose il capitano. Che vuoi da me? Che m'accompagni alle foreste del Bahr-el-Abiad per far ritornare quella compagnia di basci-bozuk, che abbiamo lasciato in un zeribak. Sono stati segnalati dei ribelli, e non vorrei che quei poveri diavoli venissero qualche notte massacrati. Ah!... Sono con te, Hassarn.
Va ora, e sta attento ad Abd-el-Kerim. L'aiutante si pose in cammino seguito dai dieci soldati e ad una certa distanza dal greco che s'era tutto coperto col taub. Attraversarono il campo nel quale si ordinavano le compagnie e giunsero alla casupola di Fathma nel momento che l'almea appariva alla porta accompagnata da Abd-el-Kerim e dal capitano Hassarn.
A noi due, adunque. Bada, Abd-el-Kerim, che non ti risparmierò! Hassarn a un cenno dell'arabo abbassò la pistola ed andò ad appostarsi a sei passi di distanza: i due rivali impugnarono la scimitarra. CAPITOLO VI. Il duello.
Dio!... Dio!... esclamò egli con profondo terrore. Sarebbe mai possibile che quell'uomo fosse mio rivale? Sarebbe mai possibile che egli avesse a rapirla deludendo la sorveglianza di Hassarn?... Fathma!
Tu questa notte hai avuto di che dire con Notis. Mi spiasti, Hassarn? Il campo ha orecchi e occhi. Se non vuoi dirmelo tu, ti dirò che ronzavate tutti e due attorno a una casupola e che questa casupola era l'abitazione di Fathma, poichè fu vista entrare. Sareste rivali? Abd-el-Kerim non rispose. Egli era diventato improvvisamente cupo.
Che hai veduto? chiese Hassarn sorpreso. Zitto!... In lontananza si udiva il suono del tamburello che l'eco delle foreste ripeteva distintamente. Abd-el-Kerim impallidì come un cadavere. Odi Hassarn? domandò egli con un filo di voce. Sì, che odo. Deve essere qualche arabo che suona il tamburello. No, non è un arabo! esclamò vivamente Abd-el-Kerim. Come lo sai tu?
Tirava vento e la notte era troppo oscura per vederci bene; è probabile quindi che vi siate ingannato. Povera Fathma! esclamò Hassarn, sospirando. È agitata? Ho paura che abbia a diventare pazza, Omar. Chi mai lo fece rapire? A quale scopo? Se fosse vivo Notis, ma è morto da un bel pezzo. Orsù, cerchiamo verso Sceh-el-Mactud, Chi sa?...
Abd-el-Kerim guardò Hassarn che non staccava gli occhi dal volto dello sceicco. Che ne dici, Hassarn? gli chiese. Non so quale pericolo possa correre Fathma, ora che Notis è morto, tuttavia si può andare a vedere ciò che desidera. Chi sa! Abd-el-Kerim cinse la scimitarra e si pose in capo il fez. Hassarn lo fermò nel momento che stava per seguire il bandito. Abd-el-Kerim, gli disse sottovoce.
Che hai? gli chiese Hassarn, armando per ogni precauzione una pistola. Abd-el-Kerim si guardò d'attorno con circospezione, figgendo l'acuto suo sguardo sotto gli alberi che strettamente uniti toglievano quasi la vista. Mi sembrò d'aver udito un fruscio fra i cespugli, disse poi. Sar
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