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Aggiornato: 27 giugno 2025
Ma «chi tace approva», dicono essi, e il sopore dei secoli lo vanno predicando come consenso assoluto di tuttaquanta la ragione umana alla necessitá di certe regole chiamate, Dio sa perché, di «buon gusto»; e però via via d'ugual passo sgozzano ad esse ogni tratto qualche vittima illustre.
Come non è da credersi che i nostri discendenti tornino mai ad adorare gli dèi dell'Olimpo, cosí non lo è pure che il gusto dominante si diparta mai da questa idea nobilitata dell'amore, se prima gli uomini non ricadono in una rozzezza generale.
E quale, annunziatrice de li albori, l'aura di maggio movesi e olezza, tutta impregnata da l'erba e da' fiori; tal mi senti' un vento dar per mezza la fronte, e ben senti' mover la piuma, che fe' sentir d'ambrosia l'orezza. E senti' dir: <<Beati cui alluma tanto di grazia, che l'amor del gusto nel petto lor troppo disir non fuma, esuriendo sempre quanto e` giusto!>>. Purgatorio: Canto XXV
Lo studio di Enrico era piccino e modesto, un vero studio da dilettante di buon gusto; ma quanta luce e quanta bella roba in esso! Il sole vi entrava a larghe ondate, rischiarandolo tutto in modo uniforme e ricercando gli
Quei mobili così di buon gusto, quel parafuoco che la sua mamma gli aveva ricamato, quel tagliacarte d'avorio, dono di Lucilla, quei gingilli sparpagliati sulla consolle, quelle stampe appese alle pareti, quel ricco album di fotografie, tutto insomma rivelava un'esistenza confortata dagli agi e dalla tenerezza domestica. Poi i cassetti della sua scrivania chiudevano altri tesori.
Ma il Saracin, che con mal gusto nacque, non pur la saporò, che gli dispiacque: 102 e poi ch'invano il monaco interroppe, e non poté mai far sì che tacesse, e che di pazienza il freno roppe, le mani adosso con furor gli messe. Ma le parole mie parervi troppe potriano omai, se più se ne dicesse: sì che finirò il canto; e mi fia specchio quel che per troppo dire accade al vecchio.
Nel tempo in cui scrissi gli accennati primi dieci canti, bolliva una controversia un po' troppo arditamente giocosa intorno alla maniera di ben iscrivere e al buon gusto poetico del comporre.
E, se egli è il gusto, con golositá insaziabile, con disordenato appetito volendo le molte e varie vivande, non mira se non d'empire il ventre suo, non raguardando la misera anima, che aperse la porta, che per lo disordenato prendere de' cibi viene a riscaldamento la fragile carne sua, con disordenato desiderio di corrómpare se medesimo.
Ardemia, nel buon gusto raffinata, massime nel dar bella educazione, una sua figlia avea seco menata per far stupire la ricreazione. Quella agli ott'anni appena era arrivata, ma a sé fa volger tutte le persone, perc'ha un vestito di mirabil taglio: fa risolini e scherzi col ventaglio.
È naturale che la Mancini accogliesse in amicizia l’allegra compagna di sfortuna, e come il sangue bolliva nelle loro vene e bisognava sfogassero contro qualcuno il desiderio vivo della ribellione, s’accordarono subito in far ammattire quelle povere monache che avevano l’obbligo di custodirle. Quante birichinate facevano mai e di che gusto rideva in apprenderle la maest
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