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Aggiornato: 14 giugno 2025
La giovinetta s'era fortemente turbata a quel racconto di Michele; ma Lorenzo era giunto anche lui sano e salvo; laonde ella non seppe dolersi dell'accaduto che riusciva ad onore del fratello, e tenne bordone alle guerresche sfuriate di Michele con una frase che merita d'essere qui riferita: Alla perfine, un uomo deve fare il debito suo, avvenga che può; ed anco a me, se fossi un uomo, darebbe l'animo di fare lo stesso.
"Il tamburo, il tamburo, gridò il Mandello, uditelo, annunzia la venuta del signor Castellano: ei s'arreca in questa sala per darci gli ordini suoi e parteciparci le notizie venute da Como". Dolse ad alcuni di que' Capitani più amici delle venture del vino che di quelle delle armi, che la narrazione del Catalano venisse tronca, e più a lui stesso, che era di natura cicalone, massime ragionando di fatti che lo risguardavano, ma piacque al maggior numero che a quelle inutili ciarle preferivano il conoscere quali fossero per essere le disposizioni che si darebbero dal Medici loro capo e signore, sulla cui perizia delle cose guerresche s'avevano somma fidanza, e tanto più nelle circostanze difficili, nelle quali estimavano che la di lui sagacit
Laonde ella non suonava mai sempre che arie guerresche, inni spietati, sinfonie tempestose, finali gremiti di antitesi ed orripilanti. Il piacere che l'ubbriacava era la caccia. Nei castelli reali si trovava un registro zeppo zeppo di più migliaia di pezzi di grosso selvaggiume ucciso dalla principessa Bianca.
Ma per la spada di san Michele! s'egli ha risoluto di riscaldarsi al fuoco della nostra polvere, può essere che si scotti la pelle in modo da sentirne il bruciore per lungo tempo". Così esclamò con irata voce il Pellicione, acuminandosi i mustacchi all'udire la relazione delle disposizioni guerresche del Vestarino che uno spione venuto da Como andava facendo alla presenza di Gian Giacomo e degli altri Capitani nella sala d'armi del forte più elevato del Castello di Musso.
La Chiesa è stata assai più feroce contro Giuliano che contro qualsiasi degli imperatori che pur l’hanno perseguitata col ferro e col fuoco. Eppure Giuliano, che aveva iniziata una sistematica restituzione del Politeismo, non ha versata, di sua iniziativa, una goccia di sangue per la causa che gli stava a cuore assai più delle sue imprese guerresche e delle sue riforme amministrative. Anzi, come vedremo, proclamava ufficialmente il principio della tolleranza e non voleva le conversioni forzate. Ma la Chiesa era ispirata da un istinto sicuro. Sentiva che la persecuzione, dopo tutto, era una forza per lei ed uno strumento di vittoria. Quanto più perseguitata, tanto più potente. S’era ormai avvezza ad affrontar impavida la violenza, ma essa si arretrò spaventata davanti a questo giovane che, dal trono imperiale, predicava il ritorno al Politeismo, in nome della ragione e della morale. Era una cosa tanto nuova ed inaspettata che essa vi vide un pericolo maggiore di quello che fosse nella realt
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