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Aggiornato: 18 giugno 2025


«Ma egli non s'illudeva sul suo stato, ed un giorno ci disse, quasi piangendo: « Perchè non volete darmi questa consolazione? Siete tanto buoni tutti e due, e potete respingere la preghiera d'un moribondo? Fulvia, te lo domando pel bene che ti voglio, pei tormenti che soffro, pel dolore della nostra separazione; Gualfardo, te lo domando in nome di tua madre, nella solennit

«Avremmo potuto essere felici, sposarci, amarci tranquillamente. Gualfardo non ne sarebbe morto; lo sapevo bene. Eppure non mi sentivo il coraggio di dirgli: « Dopo quanto avete fatto per me, malgrado il vostro nobile carattere, la vostra generosit

«E tuttavia ogni volta che scrivevo a Massimo o ricevevo lettera da lui, mi sentivo umiliata della mia colpa, ne avevo rimorso, stavo a disagio tra il babbo e Gualfardo; e cento volte fui sul punto di aprire l'animo mio al mio bel maestro, e di dirgli lealmente: «o fa ch'io possa amarti, o rendimi la mia libert

«Tutto codesto non pensai, e spedii questo telegramma al babbo: «Pietro Zorra, via Roma, 10. «Vengo colla contralto. Resto Milano due giorni. Arriverò sabato. «Tre volte avevo scritto e riscritto «saluta Gualfardo» e tre volte il rimorso me lo avea fatto cancellare.

«Esatto come sempre, Gualfardo giunse all'ora indicata. Egli fu generoso fino all'eroismo. Debbo pur dirlo, per quanto la sua generosit

Anche l'altra, che ne fai di quell'impiccio? «Gualfardo tornò indietro. Era un po' arrossito, ed il suo occhio ebbe qualche cosa di triste in risposta al mio sguardo attonito. «Egli aveva due valigie! « Ma io non ne ho che una, gli dissi. Quella non è mia... « È mia, disse Gualfardo. «Sentii vagamente che in quella parola c'era qualche cosa di spaventoso, e tuttavia non compresi ancora.

Ed io continuai: « Ho un grave torto verso di voi. Ho molte cose da farmi perdonare. Vi debbo una confessione. Gualfardo, quando mi sono fermata quei due giorni a Milano... « Basta, Fulvia, interruppe Gualfardo con una terza stretta di mano. So tutto. Ero a Milano prima di voi, vi ho veduta arrivare e partire. So tutto. « E non mi diceste nulla?... « So che siete leale. Sapevo che parlereste voi.

«Que' serii yankee che mi facevano la corte, e mi parlavano d'amore, mi sembravano una goffa parodia del mio bel Gualfardo. «Mi provai a ricevere un poco, e ad andare in societ

«L'idea di scindere il mio impegno con Gualfardo, di fargli il menomo torto, non entrava nel mio cuore. E se la mia coscienza delicata mi rimproverava di sentire troppo vivamente la superiorit

« O Gualfardo, i vostri rimproveri sono crudeli. « Lo so, Fulvia, e ve ne domando perdono. Ma è necessario parlarci francamente per evitare degli equivoci, le cui conseguenze sarebbero dolorose per entrambi. Voi avete troppa immaginazione. Vi siete figurata una felicit

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