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Aggiornato: 12 giugno 2025
Quindi si sparsero i turchi tra pochi anni nelle province greche dell'Eusino, del Danubio, di Atene, della Morea e nelle isole; facendovi servi, «giaurri», i milioni d'abitatori cristiani.
Nondimeno si ricercavano le donne Greche, e si pagavano più care delle altre, ed è perciò che quasi tutte le cortigiane si dicevano di tal paese.
DIC. Dillo latino. AP. Dillo al modo d'oggi. FR. Non riesce sempre il capriccio di tradurre all'improviso le cose greche. DIC. Traducili bene se si può, se non, fallo in qualunque modo si sia. La figlia a Giove, e madre al cieco Amore Simil mostrossi al giovanetto Anchise Alla fanciulla Admeta in volto fuore. DIC. Che pensi tu che abbia voluto intendere il poeta per quella similitudine?
Una bella stoffa, un prodigioso anello, una pettinatura insolita e complicata, un motto di spirito, la notizia d’un fidanzamento, la straordinaria ladreria di qualche beduino crudele, gli spettacoli dei nuovi anfiteatri che si stavano aprendo, la questione dei precettori stranieri che pervertivano gli adolescenti e quella dei linguacciuti liberti che spadroneggiavano in tutte le case, il pericolo delle spie, quasi tutte greche o levantine, cui non sfuggiva il minimo pretesto per fare una denunzia o per tentare un ricatto, le prolusioni sapientissime che i Dottori tenevan ne’ cortili del Tempio, dinanzi ad immensi uditorii fra i quali nessuno si dava la pena di capire un’acca, l’imbarazzo del Procuratore, il quale non mancava di perdere il filo e di arruffare scempiaggini tutte le volte che aveva da parlare in pubblico, ma sopra tutto il colorito sanguigno e le poppe indecenti che aveva la moglie di costui, plebea ricca di bitorzoli e scarsa di virtù, la quale faceva commettere un numero infinito di sciocchezze al rappresentante di Cesare, le canzoni esotiche venute in Palestina coi navigatori o con gli schiavi d’altre terre, le satire nelle quali si tradiva il terribile spirito ironico della razza giudaica:
7 Del mio signor di Bozolo la moglie, la madre, le sirocchie e le cugine, e le Torelle con le Bentivoglie, e le Visconte e le Palavigine; ecco qui a quante oggi ne sono, toglie, e a quante o greche o barbere o latine ne furon mai, di quai la fama s'oda, di grazia e di belt
E guerreggiassi tra' principi di Benevento e le cittá greche, Napoli, Amalfi ed altre. I saracini infestarono mare e marine. Bonifazio, conte di Lucca e forse marchese di Toscana, fu con un naviglio ad infestarli essi in Africa. Si ripacificano i tre a Verdun, e Lotario n'ha oltre Italia tutta Francia occidentale.
Ei regna del resto tranquillo, quasi glorioso; e, tranne una terza ma breve invasione di ungheri, l'Italia settentrionale respira sotto lui un diciassette anni. Non la meridionale, stracciata al solito tra principi beneventani, cittá greche poco men che libere, greci che venivano di tempo in tempo, e saracini che stanziavano e grandeggiavano.
Non vi ho io dato i più larghi poteri? Non abbiamo avuto occasione di usarne. È accaduto un fatto nuovo, un fatto strano, che rimanda il tuo duello ad altro tempo, e fors'anche alle calende greche. Qual fatto? gridò Gino. Or ora te lo spiegheranno i padrini del barone De Wincsel, che sono venuti con noi, e che aspettano l
Ed ora, quel nome di «consoli» cosí subitamente e universalmente preso, fu egli reminiscenza de' due antichi consoli romani, ovvero de' consoli o consiglieri piú numerosi che si trovano nelle cittá greche a' tempi longobardi o carolingi? A me pare degli uni e degli altri succedutisi, ma chi ne deciderá oramai?
Ora i modi con cui Giuliano disturbava la gente tranquilla ed esercitava la sua persecuzione sarebbero stati, secondo Socrate, il famoso divieto ai Cristiani di insegnare lettere greche
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