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Aggiornato: 19 giugno 2025
Venne Ottomano, e, come suol, spietato De la pace ad ogn'or troncò la speme; Onde a lui contra, il Rodïano armato Oggi è caduto, e seco Glauco insieme. Cadde, misera me! nè mi fu dato Mirarlo almeno in su quelle ore estreme, E ripor le sue membra in nobil marmi, Ed ivi, come suolsi, appender l'armi.
Beatrice tutta ne l'etterne rote fissa con li occhi stava; e io in lei le luci fissi, di la` su` rimote. Nel suo aspetto tal dentro mi fei, qual si fe' Glauco nel gustar de l'erba che 'l fe' consorto in mar de li altri dei. Trasumanar significar per verba non si poria; pero` l'essemplo basti a cui esperienza grazia serba.
Napoli è il pandemonio D'ogni stranezza umana; Vi si respira il soffio Dell'epoca pagana; Come al tempo dei Cesari Rimaser le taverne; Serban l'antica foggia L'anfore e le lucerne. Il popolo s'inebria Di leggende e di canti; Ama le notti tiepide, I tramonti smaglianti, L'albe serene, il glauco Color della marina, Ciò che fa chiasso e luccica, Il lotto e Mergellina.
Ma da la man ch'è presa di languore sfugge l'anfora e lenta si sprofonda: ne 'l glauco vel la sua forma rotonda appare qual meraviglioso fiore. L'Asïatico gi
Invano egli le parlava dell'Italia, della divina e profumata Italia, in cui la vita si colorisce nell'amore, dalle tinte più delicate dell'argentino-roseo sino alle cupe, profonde e rosse, del rosso che pare nero. Invano egli le diceva della bionda Dalmazia dalle forti donne, della Dalmazia bionda cui bagna malinconicamente il freddo, glauco e malvagio Adriatico.
Nel suo aspetto tal dentro mi fei, qual si fé Glauco nel gustar de l’erba che ’l fé consorto in mar de li altri dèi. Trasumanar significar per verba non si poria; però l’essemplo basti a cui esperïenza grazia serba. S’i’ era sol di me quel che creasti novellamente, amor che ’l ciel governi, tu ’l sai, che col tuo lume mi levasti.
Lo sanno i marinai che hanno appeso quindici o venti voti al santuario di Savona, o i marinai che hanno appeso il loro sacco d'ossa ai corallumi del glauco cimitero. Nel porto si stringe la gran famiglia: le prore sono, per così dire, i volti, le poppe danno il nome di battesimo, l'alberatura di tre, di due tronconi, segna la casta e l'anima è giù nella pancia.
E allora il Giuliani avrebbe fatto volentieri come Glauco e Diomede, nel più fitto della pugna tra Greci e Troiani; avrebbe barattato le armi col suo avversario, e giurato di non alzare più il braccio contro di lui. Bei voti, buoni pei tempi eroici! Chi così fa di presente, ha nota di fiacchezza imperdonabile tra' suoi.
Parola Del Giorno
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