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Aggiornato: 6 giugno 2025
Gaudenzio caldissima, e quella di Alfredo fredda, il primo consegnò una lettera, e tosto si diede a piangere dirottamente. Alfredo non comprendeva.... lesse la lettera che diceva: 3 Giugno 18... mattina. Gentile Sig. Alfredo
"E tien lungi l'April, che in forma nova, "Aimè, mutar si deve! "Deh!... Tien lungi l'Aprile!... Ave, o Signore! "Noi siamo lieti della nostra sorte... "L'April tien lungi, chè mutarci in fiore "Vuol dir darci la morte!" Milano, giugno 1875.
Questo solo giudizio leggevasi in una pagina; più oltre un dubbio ancora: «Credere d'aver ragione sarebbe dunque presunzione? Poi alcune frasi di senso oscuro: «In nessun modo, ma giova sperare... «Non è debolezza, non è sorpresa: ho pensato lungamente, la fede mi sorregge, io vedo la meta.... «Ora le parole mancano...» Sotto una data: «18 giugno 1890» stava scritto: «Dinanzi a Dio, per sempre.»
Che contrasto fra la Roma splendida del giugno e la squallida Roma di ora!
Il 2 giugno del 1885, a ricordo del fatto, venne murata sulla facciata del Grande Albergo Reale di Bologna, ora Hôtel Brun, la seguente iscrizione: NELL'ANNO MDCCCXLVIII GIUSEPPE GARIBALDI DIMOR
La sera del primo giugno 1918 nella baracca dei bombardieri piantata spavaldamente a sghimbescio sopra una cresta montana di Val d'Astico, si mangiava e beveva allegramente. Le lunghe lunghe forchette rosse del tramonto s'intrecciavano con le nostre, arrotolando gli spaghetti sanguigni e fumanti. Una ventina di ufficiali, tenenti, capitani, colonnello Squilloni giocondo e pettoruto a capo-tavola.
Nel quale si racconta dell'uomo vestito di nero e degli apprestamenti che fece per una giornata campale. La mattina del 28 giugno, chi avesse potuto vedere il padre Bonaventura nel segreto della sua camera da studio, avrebbe durato fatica a riconoscerlo.
Chi l'avrebbe sposata? proseguiva intanto la marchesa. Innanzi di crederla degna di entrare in una onorata famiglia, non si sarebbe voluto sapere il nome de' suoi genitori? E allorquando Maria timidamente notò che il segreto della sua nascita era chiuso in quella cassettina d'ebano portata via dalla casa Salvani nella sera del 29 giugno, la marchesa Lilla le aveva susurrato alle sbarre del parlatorio queste dolorose parole: Figlia mia (consentite che io vi chiami con questo nome poichè siete sola al mondo, e nessuna donna, pur troppo, sorger
Fin dagli ultimi giorni di giugno ella era stata chiusa, in veste di postulante, nel monastero di San Silvestro; ma il postulato durava sei mesi; c'erano adunque ancora tre mesi di tempo, innanzi che ella riuscisse alle strette del noviziato.
In quello scontro e negli altri che seguirono, si era diportato da valoroso: usciva nel giugno dalle vinte mura di Roma, sconfortato e pieno di amarezze, ma colla coscienza di aver fatto il debito suo, e meritato i filetti da ufficiale, che gli erano stati conferiti dopo la gloriosa giornata di Villa Panfili. Suo padre, poi, entrato maggiore in Roma, ne usciva colonnello.
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