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Aggiornato: 20 giugno 2025
Fulvio, guarda la signora Paola e suo marito: bisogna ammogliarsi. Bisogna ammogliarsi ripetette soavemente Paola. Bisogna morire mormorò Fulvio. Ma gli amici e le amiche rientravano nel salone: si combinava, per la sera seguente, una gita per mare, con due barchette, con musica. Non era meglio aspettare che venisse la luna?
Figuratevi un uomo tratto al supplizio, mentre, per suo gusto, preferirebbe una gita sul tramvai; tale ero io, in quel momento supremo della vita. Al mio apparire, il marchese si alzò e mi corse incontro, stendendomi affettuosamente le mani. Non osavo credere ai miei occhi. Il sangue m'affluiva alla testa, le tempie scottavano, uno sbarbaglio di fuochi artificiali m'offendeva la vista.
Era il figlio che di tanto in tanto, di ritorno da una gita al Louvre, da una corsa alla biblioteca, da una scarrozzata, ancora gli occhi pieni di visioni che erano sue e che fermentavano nel suo cervello, andava a dare un'occhiata al padre e agli amici di lui. Stringeva la mano alle ragazze, alcune delle quali erano vecchie conoscenze, e s'intratteneva a discorrere con gli ufficiali.
Bensì arrivava il tempo in cui Paolo Spada abbandonava lui gli amici, non uscendo, chiudendo la sua porta, vivendo in casa per intiere settimane, fra le sigarette, il caffè e il lavoro. Questi furori di prosa e di poesia lo assalivano improvvisamente, dopo una gita nei dintorni, dopo la lettura di un libro, dopo aver ritrovato un vecchio pacchetto di lettere, ed egli si dava tutto a quel lavoro della composizione d'arte e della successiva scrittura, sommergendosi negli abissi della creazione e della forma, come chi da un altissimo picco si getta nel mare. Non conosceva più, Paolo Spada, in quelle sommersioni, nè misura di tempo e di spazio, nè fatti o circostanze, nè necessit
L'ingegnere conosceva quel vecchio, e si prese egli la briga di presentare ad uno ad uno i suoi quattro compagni di gita, che capitavano l
Un giorno qualcuno propose una gita sui somarelli; Fausto mise un grande impegno nel combinarla, se ne entusiasmò addirittura. Gli pareva che la campagna, l'allegria della circostanza, gli avrebbero fornita l'occasione di isolarsi colla contessa un po' a lungo, di parlare con calma, senza soggezione.
Ah, la gita! ripetè Nicla. E pensò che valeva meglio dare battaglia subito, poichè battaglia doveva essere; e con espressione scherzosa, quasi beffarda, soggiunse. È stato così. Il conte mi ha chiesto se mi sono accorta del rispettoso sentimento ch'egli nutre per me. E io gli ho risposto che me ne sono accorta.
Roma, Natale, 1870. Una settimana di Pentecoste in Abruzzo. Dopo un inverno faticoso, l'amico Lindemann ed io volemmo concederci lo svago di una gita, durante la settimana di Pentecoste, nel selvaggio ed ancora così poco noto Abruzzo.
Il Mangilli era quel giorno di allegro umore, e durante la gita non aveva lasciato un momento di scherzare: Oggi, professore mio caro, non vi sembrer
Io ti ho ricordato questa nostra gita, che di certo non hai dimenticata, per dirti, che il marito brontolone è in tutto eguale a quel nostro fuocherello, che abbiamo acceso sul prato di Vigiona e che non dava che fumo. Puoi essere ottimista e cortese e indulgente finchè vuoi coll'uomo brontolone, ma egli trover
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