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Aggiornato: 1 giugno 2025


Ceneri di eroi, e ceneri di banditi; ceneri di papi, e ceneri di eretici furono sparse per la sua superficie, egli corrugò la fronte per le une più commosso che per le altre. Dentro ai suoi gorghi le statue di Giove e di Mercurio riposano in pace sopra il medesimo fango, a canto a quelle dei santi Pietro e Paolo.

Voleva cantare e godere. Ma quel sogno? Non ci volle più pensare. Sbadigliò e chiuse di nuovo gli occhi al sonno. Si destò quando lo volle Giove suo padre. Accorsero servi ad indossargli la tonaca di porpora, a gettargli sulle spalle il manto imperiale, a cingergli il capo della corona di alloro, che si era guadagnata nella Grecia. Uscì di stanza.

Veramente, non avevo osato di proferirlo, il sostantivo che li definisce. Di solito, e senza cercare molto addentro nel sentimento che destano, io li chiamo tra me e me i vostri satelliti. Se Giove in cielo ne ha quattro, perchè non ne avrebbe tre l'astro luminoso di Venere? Non badate, signora; m'è venuto così spontaneo, che avreste torto a non lasciarlo passare.

«Imperciocchè anco le preghiere sono figliuole di Giove: zoppe, grinzose, e guerce degli occhi; e queste andando dietro la ingiuria la emendano. La ingiuria è gagliarda, e di piè fermo passa per tutta la terra offendendo, ed esse le tengono dietro, e medicano i di lei danni. Ora, chi rispetta le figlie di Giove allorchè gli si accostano, questo sar

La Parca, voi lo sapete o piuttosto non lo sapete perchè voi altri eminentissimi Cardinali tenete queste storie in conto di eresie. Eminentissimi, rispettate i vinti; gli esuli ritornano, e la fortuna non ha inchiodato l'asse della ruota: anche Giove fu Dio, e conosce la via che conduce in paradiso.

Rimando il lettore alle osservazioni di Ugo Foscolo intorno al modo di tradurre il cenno di Giove in Omero. Cosí s'intende un poeta: e non gi

²⁹⁵ Meli, Riflessioni, pp. 6, 13, 15. Idee non dissimili aveva il Meli espresse nel suo poema eroicomico Don Chisciotti e Sanciu Panza: ed i seguenti versi su Giove ne sono la sintesi: Avirr

Credevo, senza che il mio pensiero avesse sino allora sollevato alcun dubbio, in Giove Tonante, nei Titani, nelle Muse, nelle regole di grammatica e di retorica. Ero, insomma, un bravo figliuolo, un buon figliuolo, ed anche un gentile ingenuo figliuolo.

Tu sei giovinetta ancora e nol sai; ma nessuna cosa di rilievo può farsi nella repubblica, senza aver favorevoli gli auspicii. Anche una assemblea è valida, se sono propizii i segni del cielo; se no, no. Ora, dico io, mangieranno, come a bestie ben costumate si addice? Può importare ai padri il contrario, e Giove ed Esculapio, patrono dei galli, possono vedere la cosa con occhio.... senatorio.

Con questo ci ha insegnato vincer Giove la castitá e l'onor, se fosse in carne. Di': come andò? CRISAULO. Deh! non mi molestare, ché di dolcezza il cor mi si diparte. Poi, un'altra volta.

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