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Aggiornato: 7 giugno 2025
Hai da parlarmi? ripetè. Ma no, caro Brunello! rispose Gigi sorridendo. Nulla di grave. Son venuto a prenderti.... A prendermi? Sì. Perchè non vuoi venire in campagna? Io ti ho invitato più volte; Nicoletta ti ha scritto a Parigi.... Come hai trovato tuo padre? Bruno non rispose, ma i suoi occhi s'infoscarono. È triste, è orribilmente triste! esclamò Gigi che aveva compreso.
Nicla aveva capito benissimo che Gigi Barbano la amava; e il cuore di lui era così schietto e leale, che, senza amarlo, Nicla aveva finito per tenersi caro quel giovane in cui le altre fanciulle non vedevano l'uomo romantico. Accoglieva molto volontieri le sue visite; spronava la mamma a non trascurare zia Amelia.
Il solo difetto di Pinella era di star qualche momento come incantato a guardare i movimenti della macchina, oppure di fermarsi a leggere qualche brano interessante sui fogli che uscivano stampati. E Gigi non mancava di far osservare ai compagni quei momenti di distrazione. Guarda come è incantato, diceva al padre accennando Pinella. Se fossi io al suo posto!
Con la quale non hai mai parlato, ma ho parlato io, molto!... Gigi sorrideva; la vicinanza di Nicoletta, che egli amava come ai primi tempi, gli aveva ridato il buonumore e la voglia di scherzare: passò un braccio intorno al busto della giovane, e per punzecchiarla, rispose: Con la quale hai parlato molto?... Duccio Massenti...!
La notoria ferocia di Gigi Micocci, in fatto di freddure, è tale che quanti discorrono con lui sono sempre in apprensione e cercano di scoprire il doppio senso delle frasi, anche quando doppio senso assolutamente non c'è. Così, gli è accaduto un giorno di dire a un suo zio: Buongiorno, zio: come va la salute?
Dopo colazione, subito, Nicla balzò in piedi dicendo: Andiamo! Ho fatto preparare la barca! Andiamo alla Croda. E volgendosi a Gigi e a zia Amelia, soggiunse tranquilla: Lo porto via!... Sapete ch'egli mi appartiene! Andate, andate! fece Gigi sorridendo. Non volete prendere il bastimentino sotto il braccio? Brunello era pallido e sentiva il cuore battere in tumulto.
Duccio Massenti era diventato una specie di fantoccio, che l'uno e l'altra agitavano in aria di tanto in tanto.... Gigi diceva qualche volta: «Tu non mi ami; tu ami il conte Duccio!». E Nicla diceva qualche volta: «Allora andrò a trovare Duccio!». Ma quella sera, Nicla alzò le spalle. Duccio! Duccio!... Che meschina fantasia tu hai? Non sai trovare di meglio?
Davvero?!... e pensare che me l'avevano dipinto come un omaccione cinque volte più grosso! Infatti, è appunto cinque volte più grosso; ma oggi quanti ne abbiamo del mese? Quindici. Ah, ecco, si spiega! Nei giorni dispari, invece, è così. Gigi Micocci. Si stava nel caffè principale d'Albano, giocando al biliardo e facendo dei colmi, tra tazze di birra e nugoli di mosche.
Ma Nicla, pur vedendo che il marito non era allegro come di solito, comprese che bisognava parlargli, o il suo silenzio sarebbe parso troppo singolare. Dopo pranzo, mentre nel salotto di Nicla egli centellava il caffè, la giovane gli disse: Gigi.... Che è, cara?
Contassi cinquanta, solo cinquant'anni di meno, tutti mi sarebbero addosso per tenermi lontana! In un angolo, Gigi Barbano chiacchierava con Nicla. Quella frase di zia Amelia doveva rammentargli un discorso che la zia gli aveva tenuto mentre Nicla e Brunello erano fuori.
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