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Aggiornato: 4 giugno 2025
Ghegola, si sa, dei tedeschi non ne aveva certo mandati al diavolo per detto e fatto suo; ma intanto anche lui aveva preso parte ai plebisciti!... Tuttavia quelle parole, biascicate col tono di volersi scusare, non ottennero, non solo alcuna adesione, ma nemmeno alcuna risposta dalla brigatella che gli stava seduta intorno.
Ghegola, il crudele, la nominò varie volte quella palla micidiale, tanto che la poveretta ne era disperata e piangeva, piangeva con dei singulti che facevan piet
Foscarini lesse negli occhi del cugino tutte le incertezze e le esitazioni che gli turbavano lo spirito, e con quella sua eloquenza di soldato franco e sincero gliene disse tante che riusci ad assicurarlo e a convincerlo. Avere un duello.... senza correre alcun rischio?! Per Ghegola era addirittura l'avverarsi di un sogno!...
Ghegola era malcontento di Cavour, di Vittorio Emanuele e di Napoleone.... il piccolo! Egli aveva dei grandi ideali, delle forti aspirazioni: le monarchie erano tutte compagne e avevano fatto il loro tempo; Ghegola non sarebbe mai, ad ogni costo, il soldato di un re.
E mentre Ghegola allungava il bastone e lo batteva contro il muro, quasi volesse far la prova d'infilzare l'Aimoni, colla testa combinava delle azioni che terminavano tutte con una botta terribile.
Ma, ahimè, povero Ghegola! lo stridore che fece la spada nell'uscir dal fodero, e la vista di quella lama così lunga, così larga, con quelle due dita di punta, con quel filo che la faceva parere un gigantesco rasoio, gli fece correre un brivido per tutto il corpo.
Ghegola, quantunque sapesse ormai questa supposizione fuori affatto del possibile, non potè trattenersi, ciò non ostante, dal fare una smorfia. Via, via, replicò Foscarini fortunatamente, come t'ho detto, nessuno dei due corre di questi pericoli. Ti raccomando intanto di mostrarti sicuro, disinvolto sul terreno, e di far vedere in una parola che è proprio vero che tu non hai paura.
E che cosa avete combinato?... Che cosa avete deciso?... Ghegola passava dallo stupore alla diffidenza e dalla diffidenza all'incredulit
Attenti! grida Gianni per la seconda volta. Uno!... Due!... Tre! Ghegola pronto tira il grilletto.... il colpo parte.... Aimoni, colpito, gira su se stesso, poi cade fra le braccia del suo padrino. Foscarini, i medici, i testimoni, gli corsero tutti d'intorno per soccorrerlo; soltanto Ghegola non si mosse. Egli s'era fatto bianco, quasi livido: pareva un cadavere.
Domenico Ghegola uscì di casa prima del solito e passeggiò sotto i portici per un pezzo, fumando tranquillamente un sigaro d'Avana, molto più corto, ma quasi più grosso di lui. Poi sul mezzogiorno andò a far colazione al Caffè del Duomo, dove fece mostra d'un appetito invidiabile. Quando si trattò di pagare il conto, gettò al cameriere un biglietto di banca da duecento cinquanta lire.
Parola Del Giorno
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