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Diciamo l'esistenza per dire, ma dando retta a Giusto dovremo dire che molti hanno guastato la mano, l'occhio, l'intelletto d'artista, e sono rimasti tutta quanta la vita copisti. Perciò egli aveva piantato il gesso immobile e scialbo, e dando al professore dell'asino, se n'era andato di buon passo fuori di Porta Ticinese, a empir l'occhio di belle linee mobili e di colori trasparenti.

Sopra due plinti, i busti del re e della regina in gesso; un Cristo in un angolo; un cattivo canapè coperto di tela gialla e qualche sedia. Una signora entrò. Era vivamente commossa, pallida, tremante. Signora! disse Campobasso lasciandola in piedi dinanzi al suo tavolo, voi avete cacciato di casa vostra una giovane serva a cui noi portiamo interesse. Andrete a riprenderla.

Nello studio dell'onesto e ignoto artista, il giovin Damiano sentì in quel tempo un forte turbamento, soave insieme e penoso, inesprimibile, non provato mai; era quell'incerto desiderio di bellezza e di virtù che aveva circondato fino allora gli anni suoi e che cominciava a prendere sembianza e parola. Non sapeva staccarsi dal cavalletto del suo buono amico, il signor Costanzo, che così chiamavasi il pittore; e mentre questi, silenzioso, stava dipingendo una testa della Madonna per qualche chiesa di campagna, ovvero uno di que' ritratti dei defunti benefattori dell'Ospedal Maggiore, che fanno l'aspettativa de' nostri umili artisti, il giovinetto gli si teneva a' fianchi, riguardandolo; e quando gli chiedeva il segreto di rimpastare i colori sulla tavolozza; e quando, trafugata una listerella di matita e un frammento di cartone, cheto cheto rincantucciavasi dietro il cavalletto, per ritrarre a suo modo alcuno di quei busti di gesso tolti dall'antico che fregiavano qua e col

Apolli di gesso vuoti, ma tristi; abietti, ma iniqui; menzogna di divinit

E dopo otto giorni tornò a custodirle, offrendo agli occhi modesti delle due fanciulle, pei quali s'era messa una camicia al bambino Gesù, lo spettacolo della sua luna di miele; certi baci e certe occhiate da fare arrossire la Vergine di gesso nella sua nicchia.

Ma gli ospiti non vi si fermarono; guidati dalle due donne, girarono per lo stanzone, esaminando le opere che vi erano disseminate. Questo è il bozzetto dell'acquasantaio?... Questo è il gesso del «Fiore della memoria»?... Il busto del «Leopardi»....

Il nome Maledìa è una denominazione generica usata per tutti i ghiacciai e nevai del gruppo dei Gelas, alludendo forse al loro carattere sempre invernale, nemico all'uomo, o, come si vuole anche, ad una curiosa leggenda corrente nelle Valli del Gesso.

Ma la preferita era la statuetta di gesso, colla semplice divisa dei cacciatori della guardia, col piccolo cappello senza galloni, cogli stivali alla scudiera, le braccia incrociate sul petto, in atto d’osservazione. C’erano grandi e piccoli quadri delle battaglie più gloriose. Montenotte, Lodi, Arcole, Rivoli, Marengo, Cairo, Austerlitz, Jena, Wagram, Moskowa.

Due canterali panciuti del secolo XVIII occupavano i due lati del caminetto. Un canapè di damasco di lana oscuro stendevasi lungo la parete opposta, tra due portiere di stoffa simile. Su ’l caminetto s’alzava una Venere di gesso, una piccola Venere de’ Medici, tra due candelabri dorati.

Ariberti facendo le viste di guardare sbadatamente in giro, diede tre o quattro occhiate furtive alla sua statua, e potè sincerarsi che la ci aveva proprio nei contorni del viso un'aria di famiglia colla Venere Capitolina, come gliel'avevano fatta conoscere i modelli di gesso della benemerita arte lucchese.