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Aggiornato: 17 giugno 2025
Furioso irride con lo scherno orribile Agli aspettanti il mare. Varate pur tra la bufera rapida In tra i lampi ed i tuoni e le saette, Fidate pur le vostre gioie al turbine, A un fragil alber strette! Per chi parte tra i fulmini e le tenebre, Sfidando il mar con una fede ardita, Spesso si snebbia il cielo e azzurro illumina Una novella vita.
A questa domanda il suo cuore rispose con un singhiozzo tremendo, che le squarciava il petto, come certi fulmini che squarciano il cielo e non sono accompagnati dalla pioggia. Gli occhi di donna Camilla rimasero asciutti, poichè ella non sapeva piangere, ma il suo dolore era più straziante che se avesse avuto per lenimento le lagrime.
Un sorriso di scherno sfiorò le sue labbra. Con Tigellino! Godesse pure! Egli, l'immortale, fingeva di non vedere, di ignorare. Ma sarebbe venuto il suo giorno! Era venuto per Messalina, sua madre: sarebbe venuto anche per loro. Giove Nerone risparmiava i suoi fulmini; ma guai quando li lanciava! Guai a colui che ne veniva colpito!
Noi siamo trasportati nel vasto ronzìo del cielo tutto imbottito di mostruose cicale.... No!... No!... Seconda popolana. Come possono, gli alberi, star ritti? Sono atterriti!... Maledetto sole! Terribile fornace! Valanga di specchi! Moriremo tutti acciecati! Sì, acciecati! I miei occhi sono divelti dalla fiamma veloce di queste sfolgoranti rotaie che solcano la terra come due fulmini immensi!
Tutti maledicevano il signorotto, i suoi amici, i suoi ospiti, agitavano minacciosi i pugni nella direzione del castello, invocavano i fulmini del cielo sopra i brutali, ma tutto si limitava a questo. Il barbiere del villaggio aveva fasciato Tonio e dichiarato la ferita gravissima. La povera moglie del ferito ed i figliuoletti piangevano desolati.
E quando era fuori col gregge? Poteva venir giù pioggia, grandine e neve: potevano cascare i fulmini ai suoi piedi, egli non si muoveva e sarebbe piuttosto morto, che cercare un riparo, il quale lo avesse diviso dalle pecore affidate alle sue cure.
Però quando gli altari di Dio sono concussi; quando i santuari sono profanati e messi a vendita e a ruba; quando le persone dei sacerdoti sono prostituite, svillaneggiate, ed esposte al mercato come schiavi da gleba; quando tutte le credenze che i popoli adorano riverenti sono manomesse dai reprobi; allora ricordiamoci, fratelli, che siamo sacerdoti del Dio dei fulmini e delle vendette, del Dio che percuoteva Faraone, del Dio che sterminava Sanneccheribbo e gli Amaleciti; e sorgiamo terribili ed esclamiamo: Exurgat Deus et dissipentur inimici ejus ».
Sono a mille metri a picco su quella vasta ferita terrestre. Cosa è mai? Cosa è mai? Certo le folgori hanno squarciato così la terra! I fulmini nemici del Sole! Ma il Sole oggi stravince. Sono l'amico del Sole! Ma più in alto del Sole c'è Dio, ed io voglio navigare nel suo respiro sublime!
Come chiusi quegli occhi in sonno eterno E mira il volto impallidito e scuro, Freme Alete così, ch'orrido verno È su per l'onde a rimirar men duro. Presta a quell'empio, o Regnator superno, Presta i fulmini tuoi; non fia sicuro: Chè de l'estinta gioventù diletta, A mal grado di te, vuò trar vendetta.
Cominciarono i fulmini a crepitare, squarciando le nubi dense; e venne una grandinata soda come fosse fatta di proiettili, che spezzavano i rami più deboli e strappavano le foglie. Bisogna fermarsi! dichiarò il vetturale.
Parola Del Giorno
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