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Aggiornato: 3 giugno 2025
CAPITANO. Va' va', poni la barba prima e poi mi disfida. Che onor mi sarebbe pormi con un par tuo? AMASIO. Perché non vuoi far questione meco? CAPITANO. Per ragion di Stato. AMASIO. Dove fuggi? CAPITANO. Io fuggo? ahi, ciel traverso, io seguo te! Oimè, che ho avuto a rompermi il collo! AMASIO. Codardaccio, ora ti pestarò! CAPITANO. Oh che onore! ferir un caduto è cosa da gentiluomo?
Ed ella: Fuggi, Guiberto, fuggi sollecito in nome di Dio! chè da un momento all'altro non saresti più a tempo. E tu, abate di Cluny, uomo fino ad ieri senza macchia, vergógnati e péntiti di essere disceso al mestiere del sicario.
Sergio corse alla camera di Regina, l'infraperse.... e fuggì. Il dottore di Nubo, istruito dell'avvenimento, arrivò quindi a poco. Egli entrò nella camera dove era il cadavere, innanzi al commissario di polizia. Il commissario leggeva la lettera di Regina. Il dottore indovinò tutto, di un sol tratto, di un solo sguardo, ed uscì.
Quando Lalla fuggì via da lui, piantandolo in quel brutto modo, essa aveva distrutta la sua ultima illusione, aveva distrutto il suo ultimo amore, destandolo, bruscamente da un sogno romantico; e il Vharè era troppo uomo e troppo esperto per riaddormentarsi di nuovo.
Come? sclamò egli, il padre Piombini...? È morto ieri, alle cinque, di un attacco di apoplessia... sierosa, io credo, ha detto il medico... che si è chiamato all'istante. Don Gabriele fuggì dalla chiesa a tutte gambe, perseguitato da una voce interna che gli gridava: Assassino! sei tu che lo hai ucciso!
In somma, tutte l'armi del mondo non armarebbono la paura: quel pugnal li serve per busar le botti. CAPITANO. Qua qua, poltrone, volgeti a me! AMASIO. Eccomi; dove sei? Mi scappa di man come un'anguilla; mi provoca e poi fugge. CAPITANO. Eccomi qua innanzi: mostri di non vedermi; dove fuggi? AMASIO. Fermati, dove sei balzato? Non so come trapassa per questi vicoli, ché me lo retrovo sempre dietro.
A quella voce ella si scuote: retrocede da prima, poi si accosta, e presa da subito tremito che le invade tutta la persona, risponde: Non è più tempo, Guiberto, guárdati: fuggi le terre d'Italia non sono più per te. Le nostre leggitrici han gi
Ahi Pistoia, Pistoia, che' non stanzi d'incenerarti si` che piu` non duri, poi che 'n mal fare il seme tuo avanzi? Per tutt'i cerchi de lo 'nferno scuri non vidi spirto in Dio tanto superbo, non quel che cadde a Tebe giu` da' muri. El si fuggi` che non parlo` piu` verbo; e io vidi un centauro pien di rabbia venir chiamando: <<Ov'e`, ov'e` l'acerbo?>>.
Qui debbo ricordare un curioso incidente. Avevo tratto di tasca, per osservare Fumone, un cannocchiale guarnito in metallo lucido, quando per caso lo rivolsi su un giovanetto che stava sulla strada, a poca distanza da me. Il ragazzo gettò un grido e fuggì in preda allo spavento.
Corse a sostenerla: era morta! In quel medesimo giorno il principe Rizzi presentò a sua moglie come un regalo l'anello insanguinato di Curzio, con queste parole: La partita è vinta! La principessa mandò un grido, e fuggì dal palazzo. Poche ore dopo essa era chiusa nel convento delle sepolte vive, dov'era badessa una sua zia.
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