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Aggiornato: 1 giugno 2025


Di solito, nel fondaco, non faceva mai troppo caldo: ma quella sera, anche , si soffocava. La signora Maddalena aveva pranzato di buon appetito: forse, d'estate, colla gran sete, si beve anche di più, senza accorgersene... Si sentiva le vampe al viso; s'alzò, si levò il fazzoletto di foulard che aveva attorno al collo; e tirò su fin sopra il gomito le maniche del giubbino...

Per oggi non posso dirti nient'altro, perchè non istetti insieme ai bagnanti, mi ghiacciai coll'acqua salutare. Ma domani comincerò a far annotazioni. Da una finestra vedo dei parasoli chiari spargersi sul terrazzo, e sott'essi degli abiti di foulard crudo; qualche fanciullo cattivello correre all'impazzata; e quattro uomini sedersi coi giornali in mano.

Nella penombra del salotto c'era una sola lucerna sotto una gran ventola rossa e nera era stato colpito da tutto quel color biondo e da un'ondata calda, odorosa. Nora, lentamente, cominciò a sbottonarsi l'ulster, poi si tolse dal collo il fazzoletto bianco di foulard. Il signor Galli non la guardava.... ma si sentiva agitato, inquieto.

Cara.... bisbigliò quando Nora si fermò in piedi accanto al letto; e i suoi poveri occhi gonfi, lacrimanti, pure nell'ombra, sotto le coperte, sotto il foulard ebbero un raggio di tenerezza.... un'espressione viva e dolente che domandava amore e piet

Non gli era più possibile immaginare la duchessa sola. E la vedeva viva, scolpita.... come gli era apparsa alla stazione.... poi quando si era levato il cappellino.... poi il foulard.... e poi diritta, appoggiata all'uscio, disfatta dal dolore, dalle lacrime, dalla stanchezza.... E vedeva il Kloss, nel suo studio, buttato sul suo sof

E così? gli domandò Nora, restando sempre presso la finestra. Vuoi che faccia chiamare il medico? No.... no... grazie.... rispose l'altro colla voce fioca. Nora gli si avvicinò. Il Casalbara, steso sul letto, sotto le coperte pesanti, aveva la testa affondata nei cuscini e ravvolta in un foulard. Non lo si vedeva nemmeno.

In ciabatte, coi capelli rossastri che le uscivano spettinati di sotto a un foulard annodato attorno al capo, con un paio di guanti sudici, del marito, per non guastarsi le mani; trafelata, molle di sudore, col viso acceso, coi fianchi enormi e col petto opulento che le ciondolava, faceva ballare i vetri delle finestre andando e venendo, dalla camera al salotto, e dal salotto alla cucina; sempre armata dello spolveraccio e del pennarolo: sempre acciaccinata, sempre strillando.

Il terzo giorno la Contessa non aveva trovato altro che una donna in prestito, per un paio d'ore alla mattina, ed era sempre in grandi angustie colla veste da camera sbrindellata; coi capelli rossi arruffati, a ciocche, fuori del fazzoletto di foulard; e le stanze e i mobili non parevano più quelli, tanto, mancando Agnese, tutto era in disordine, sudicio, polveroso.

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