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Aggiornato: 20 giugno 2025
Ogni volta ch'egli veniva a casa Margherita gli correva incontro festosa a mostrargli la nuova Lilì, il cui abbigliamento andava illeggiadrendosi e complicandosi sempre più per le ingegnose aggiunte che vi faceva Fortunata.
Viva, viva! strillava Fortunata con la sua vocina. E continuava, rossa dall'emozione: Ah, ecco l'Uscocca, ecco l'Uscocca.... Mamma, babbo, presto, guardate Leonardo.... Come sta bene!
E mi chinai su di lui per fargli un bacio. Egli mi mise la mano sulla faccia, respingendola. Che hai? gli disse Fortunata su, fagli un bacetto. E soggiunse, sottovoce: Dategli un soldo. To', eccoti un soldo. Ora mi fai un bacio? Le sue piccole labbra febbricitanti toccarono lievemente le mie. Il secondo soldo scomparve con la manina in cui era stretto, sotto le coltri.
E non volle o non seppe tacerlo a sua sorella allorchè ella gli corse incontro trepida, ansiosa, e vedendolo con la cera stravolta balbettò sbigottita: Dio mio, tu m'annunzi qualche disgrazia. Non quella che temi egli rispose con un sorriso pieno d'amarezza. Che cosa dunque? Ascoltami, Fortunata, ascoltami fin che c'è tempo. Se il consenso di Leonardo fosse una disgrazia peggiore del suo rifiuto?
È malato. disse Fortunata ha una gran febbre da cinque giorni. È mio figlio Ndreuccio. Ndreù? Bell' 'e mamma, te vuo' fa disign
Margherita riposava tranquillamente nella sua cuna, con uno dei suoi braccetti nudi piegato sotto la testa, con una puppattola al fianco. Quella puppattola è il suo grande amore, disse sorridendo Fortunata; la chiama Lilì e non se ne vuol staccar mai.
Chi sa che sorte l'era destinata? Chi avrebbe guidato i suoi passi sul sentiero della vita? Chi l'avrebbe protetta contro la miseria, contro le tentazioni? Certo la madre sarebbe stata pronta a darle il suo sangue, ma che valida difesa poteva esser la misera Fortunata ch'era inetta a difender sè stessa, che forse era ancora sotto il fascino dell'ignobile marito?
Non c'era dubbio pur troppo ch'egli venisse a fare un'improvvisata alla sua sposa, a dare un bacio alla sua figliuola. Fortunata, singhiozzando, cacciava la testa sotto le coperte. Intanto, come se le disgrazie fossero poche, la contessa Chiaretta deperiva a vista d'occhio, e quella primavera bisognò per cagion sua rinunziare alla campagna.
Un giorno è capitata a casa sua una buona fata, la quale l'ha condotta in campagna, in mezzo agli alberi verdi, agli uccelli che la mattina la rallegrano coi loro canti, e nella compagnia di tanti bei bambini, con tanti divertimenti; davvero che quella fanciulla domanda sempre a sè stessa, perchè è stata tanto fortunata.»
Nel piegarsi, dopo molte lagrime e molti contrasti, alle sollecitazioni di Gasparo, Fortunata aveva messo la condizione d'andar un'ultima volta in cerca di Leonardo che non era stato ancora possibile di rintracciare, e di condurgli Margherita, s'egli mostrava il desiderio di vederla.
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