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Aggiornato: 6 luglio 2025
Un'ora dopo, lo zio Giacomo, Nino, e la zia Carlotta arrivarono pallidi ed esterrefatti. Era finito. Sì. Pur troppo. La zia Carlotta piangeva torcendosi le mani. La suora la confortò accertandole che non vi era stata sofferenza alcuna. Voglio vederla, voglio vederla, singhiozzò la zia Carlotta. No, no! disse la suora. Meglio no.
Ivi non percosse la barchetta sì forte da andarne spezzata, e il rincalzo delle onde ve la tenne come confitta e in tentenno fra il mugghio, fra i vortici, fra la spuma, fra la continua aspettazione della morte irreparabile. La Rosalia si levò, curvossi sopra quell'acqua un salto e più non comparire fuori, e aver finito, finito questo prolungato crepacuore. Ma, e il bambino?
Gisella era stata immobile, silenziosa, a sentire il suo ragionatore ostinato. Quanto discorrere per una semplice domanda di donna ignorante; diss'ella, come le parve che egli avesse finito. Rizio, non lo farò più; crederò ciecamente, in attesa di questo miracolo.
Aveva bisogno di essere sola un momento. Oh se avesse potuto buttarsi colla testa in terra, piangere, gridare! Da un'ora non facevano che tormentarla in tutti i modi; ma le ultime parole odiose del Cresti avevano finito col configgerle uno spillo nel cuore. Essa non sapeva nulla del dramma a cui si accennava, ma cominciava a sentire che quella donna dalle penne di struzzo era venuta sul lago in tempo per rompere la sua felicit
Allora si udì la voce di quell'energumeno che urlava: Ma dove è quel capostazione? Ha finito il suo turno ed è andato a casa? Gi
Voi non dimostrate di voler aspettare che noi siamo morti, disse l'altro, quando Lorenzo ebbe finito di cantare, perchè venite animoso a mettervi in riga con noi. Da bravo, imitate vostro padre; e così possano somigliarvi coloro che ci dovranno vendicare, quando saremo caduti. Parole che arieggiavano il pronostico!
Giacomo, vano e ambizioso della conquista della Soleil, non aveva mai apprezzato Andreina secondo il merito, e molto scettico, anche in fatto di donne, mentre si lasciava abbindolare da Lalla, credeva all'apparente indifferenza di Andreina; ma quando seppe, e lo seppe appunto poco dopo che la contessa Della Valle lo aveva piantato in quel bel modo, quando seppe che la diva aveva finito coll'ammalarsi per essere stata abbandonata, questa notizia fu per il Vharè una cara scoperta, e fu grato alla Soleil di amarlo a tal segno, sentendo nel suo cuore come un conforto, come un contraccolpo dal disinganno sofferto.
Finito lo spettacolo l'impresario se n'andava, camminando in mezzo alle strade, sempre dentro al suo teatro. Qua e l
Di codice non ne so; so, signore, che la vostra condotta è ripugnante, so che io non posso tollerarla, so che all'inganno rispondo con lo sprezzo. C'è altro?... Intendo che tutto sia finito fra noi. Tutto! La parola è immensa. È la sola parola che risponda al mio pensiero.
È sabbato grasso. Ieri a sera non sono andato al veglione della Scala: sarebbe stato un insulto a Lei che soffre. Oggi sono felice! 2 marzo. Sono freddoloso e sonnolento. Sono stato alle feste del Giardino. Ho avuto vicino, vicinissimo a me una sposina dalle spalle, dal seno nudo, ridente, allegra. Ho finito di dire a me stesso: È mia moglie? Posso amarla?
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