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Aggiornato: 20 luglio 2025
La commedia quella sera mi annoiava, gli attori strillavano, io non avevo il programma e non ci capivo nulla. In palco, con noi, vi era un medico, ma uno di quelli moderni, che sono prima filosofi, poi fisiologi, poi medici: un materialista calmo e feroce, che in tre parole distruggeva l'amore, l'anima, l'immortalit
E molte altre cose, che appartengono a questo, si veggono anco appresso de' filosofi moderni, così platonici, come peripatetici, dico Iamblico, Proclo e Porfirio.
Anche questa volta l'acume degli statisti e dei filosofi della storia si smarrì. Il nuovo regime a Parigi era un semplice espediente, non gi
I filosofi c'insegneranno che le relazioni richiedono per necessitá due termini, uno de' quali mancando, manco la stessa relazione; come in quella di padre e figlio, morendo il figlio, l'uomo non si dice piú «padre», perché è mancato quel termine a cui riferivasi la paternitá.
Niente affatto. Tutto il contenuto possibile, a patto però che egli prenda forma vitale per via dell'immaginazione creatrice. Intendiamoci. Io odio le cose a mezzo, gli ibridismi. Il puro concetto, se mi occorre, vado a cercarlo nei libri dei filosofi o in quelli degli scienziati. Lì trovo la verit
Scendevano giù dallo scalone, i maestri del gioco d’azzardo, asceti e filosofi della geometria, possessori del calcolo infallibile, avviati a contrarre un prestito forse col borsellino d’un lacchè.
D'altronde la perfettibilitá sostenuta da' moderni filosofi non è quella speciale d'una o d'altra arte, ma bensì la perfettibilitá generale dello spirito umano, alla quale siamo debitori de' successivi miglioramenti della civilizzazione.
E se, per confessione del Nordau, i filosofi dell'avvenire non stimeranno le dottrine del Darwin «più di quanto noi stimiamo oggi le teorie filosofiche di Parmenide o d'Aristotile», se il tempo distrugge le leggi come i quadri, le statue come i regni, le dottrine come gli edifizî, se tutte le cose umane sono egualmente caduche, perchè queste distinzioni?
Quando per avventura ella s'incarna, quando da una parte e dall'altra c'è quel delicato riguardo, quel desiderio di piacere, di interpretare, di indovinare scambievolmente i gusti e i pensieri, i filosofi dicono che da una delle due parti c'è sacrifizio manifesto; gli scettici del mondo elegante asseriscono che l'una e l'altra si smarriscono nelle sottigliezze e non intendono la vita.
E allora il teatro, anche tappezzato di facce proibite e imbottito di sbadigli, vi si tramuta di punto in bianco, vi diventa come un museo, dove una bella Venere vi trattiene lungamente estatico in una gran sala fredda e malinconica, popolata all'intorno di torsi, di fauni, di filosofi greci e d'imperatori romani.
Parola Del Giorno
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