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Io non discuto la religione come filosofo come teologo, osservò il marchese, ma come ministro della polizia. Crediate o non crediate, ciò non mi riguarda punto. Teologi e filosofi han bottega di teorie e di principii; paghino dunque patente al governo e traffichino liberamente di loro derrate.

Ch'essendo stato detto dal divin Platone e da altri dottissimi filosofi esser cosa di natura che una parte di oro puro a peso vaglia per dodici di fino argento e dodici di argento per una di oro, io credo che a ciò non sará da persona alcuna opposto; e, quando fosse contradetto, fa di bisogno che il contradicente sia piú profondo di scienza che Platone e gli altri filosofi, quali confermano tutto ciò esser vero, overo ch'egli abbia fatto sottilissima e diligentissima anatomia di essi preciosi metalli.

Sicuro, e me ne vanto! E lui, che crede di essere un liberale, dovrebbe sapere che i suoi filosofi, i suoi progressisti, dicono che la carit

A chi l'aveva egli detto pel primo? Forse non se ne ricordava più, ma questa idea gli si era lentamente, mutamente, imposta come ad uno di quei grandi filosofi medioevali, che pensavano il pensiero di Dio, mentre intorno a loro ruggiva la più feroce bufera d'ignoranze e di guerre. Solo in una esistenza come la sua, tale immensa opera sarebbe stata possibile.

La libertá ecclesiastica, propugnata, ottenuta da Gregorio VII e da' suoi predecessori e contemporanei, ebbe bisogno di grandi teologi; e cosí li fece sorgere, e con essi parecchi di que' filosofi scolastici, i quali mal si distinguono da' teologi, e de' quali è gloria di alcuni filosofi contemporanei nostri aver saputo riconoscere i meriti finalmente.

Misti a tutti questi latini, fiorirono alcuni greci, Plutarco solo grande, con una turba di filosofi minori di varie scuole, od anzi di scuola ecletica in Alessandria. E questi furono la speranza di Giuliano apostata.

Di qui le antiche favole sulla quasi divina origine de' poeti, e gli antichi pregiudizi sui miracoli loro, e l'«est deus in nobis». Di qui il piú vero dettato di tutti i filosofi: che i poeti fanno classe a parte, e non sono cittadini di una sola societá ma dell'intero universo. savio terrei chi nelle dispute letterarie introducesse i rancori e le rivalitá nazionali.

Facciamoli palesare i loro compagni, urlavano i prudenti. Li faremo fare doppia confessione, dicevano i filosofi.

Quindi, non che aiuto, repulsione, guerra di questi filosofi allora trionfanti, guerra di ogni uomo dell'antica coltura allora avanzatissima, guerra d'ogni uomo devoto alle religioni patrie, guerra di ogni uomo di Stato serbatore di queste contro ai nuovi settari. E quindi supplizi, martíri, persecuzioni legali contro essi.

Il giornale politico quale lo intendiamo oggi non esisteva³⁴⁸, ed è tale la differenza che corre tra questo e quello, che ad un paragone manca qualunque termine, salvo che quello del nome: nome, com’è facile comprendere, generico, perchè qualunque titolo esso portasse era sempre e comunemente inteso gazzetta o foglio³⁴⁹. Gazzettieri erano chiamati i giornalisti: e spesso filosofi e politici quelli che vi discutevan sopra o ne professavano le opinioni e le idee.