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Aggiornato: 8 maggio 2025


Cosi` adocchiato da cotal famiglia, fui conosciuto da un, che mi prese per lo lembo e grido`: <<Qual maraviglia!>>. E io, quando 'l suo braccio a me distese, ficcai li occhi per lo cotto aspetto, si` che 'l viso abbrusciato non difese la conoscenza sua al mio 'ntelletto; e chinando la mano a la sua faccia, rispuosi: <<Siete voi qui, ser Brunetto?>>.

E io, quando ’l suo braccio a me distese, ficcaï li occhi per lo cotto aspetto, che ’l viso abbrusciato non difese la conoscenza süa al mio ’ntelletto; e chinando la mano a la sua faccia, rispuosi: «Siete voi qui, ser Brunetto?». E quelli: «O figliuol mio, non ti dispiaccia se Brunetto Latino un poco teco ritorna ’n dietro e lascia andar la traccia».

E io, quando ’l suo braccio a me distese, ficcaï li occhi per lo cotto aspetto, che ’l viso abbrusciato non difese la conoscenza süa al mio ’ntelletto; e chinando la mano a la sua faccia, rispuosi: «Siete voi qui, ser Brunetto?». E quelli: «O figliuol mio, non ti dispiaccia se Brunetto Latino un poco teco ritorna ’n dietro e lascia andar la traccia».

L'avvenimento era così straordinario, ch'io giunsi a casa senz'aprir più bocca: salii le scale dietro Lidia, a testa bassa; mi ficcai nella poltrona, presso Lidia, in salotto, dimenticando di guardar nel mio studio se fosse arrivata la posta; e rimasi in quell'attitudine, colle braccia incrociate, a pensare. Ah questa , va bene! esclamò Lidia, sciogliendo l'involto della carta da lettera.

Cosi` adocchiato da cotal famiglia, fui conosciuto da un, che mi prese per lo lembo e grido`: <<Qual maraviglia!>>. E io, quando 'l suo braccio a me distese, ficcai li occhi per lo cotto aspetto, si` che 'l viso abbrusciato non difese la conoscenza sua al mio 'ntelletto; e chinando la mano a la sua faccia, rispuosi: <<Siete voi qui, ser Brunetto?>>.

Mancavano due mesi soli per finire la condanna, quando per la mia buona condotta fui mandato dai guardiani nella cucina dello stabilimento a sbucciar patate insieme con un prigioniero americano, di origine irlandese: il Cash. Costui mi odiava e specialmente dopo che un mio connazionale, certo Mangano, aveva ucciso nella stessa prigione un negro, mi colmava di ingiurie e chiamava noi altri italiani porci e sudici. Quella mattina io non mi sentivo bene e gli dissi: «Cash, sono mezzo ammalato, e non posso lavorare: vorrei tornare nella mia cella e buttarmi sul lettoEgli mi rispose: «Lavora, lavora, italiano, se non vuoi che ti getti in faccia queste patateGli replicai: «GuardateneEgli, allora, si avvicinò, e, dandomi uno schiaffo, disse: «Credi forse di farmi paura perchè sei italianoAcciecato dalla rabbia, esasperato dagli insulti e dallo schiaffo, io gli scagliai una tazza sulla testa. L'irlandese mi si gettò addosso e col coltello mi menò un colpo che parai, riportando una leggera ferita alla mano destra. Guardate. (E mostrò la mano che conservava la cicatrice.) Appena vidi il sangue, brandii io pure il coltello e glielo ficcai nel cuore. Dico la verit

Come entrai nella mia stanza da letto mi feci al balcone che dava sulla via, e lo apersi, e ficcai lo sguardo laggiù nelle misteriose tenebre del mercato bovino. La notte era fredda. Sgusciò nella mia camera, per lo schiuso delle vetrate, una folata di vento e quasi me le spalancò a dietro.

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