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Aggiornato: 5 giugno 2025
Cosi` l'ottavo e 'l nono; e chiascheduno piu` tardo si movea, secondo ch'era in numero distante piu` da l'uno; e quello avea la fiamma piu` sincera cui men distava la favilla pura, credo, pero` che piu` di lei s'invera. La donna mia, che mi vedea in cura forte sospeso, disse: <<Da quel punto depende il cielo e tutta la natura.
L'infermeria carceraria è una nota dolorosissima. A Milano gli ammalati sono trattati, direi quasi, meglio che negli altri luoghi. Ma qui e dappertutto ho dovuto convincermi che nei casi d'urgenza si muore come cani. Vi narrerò due casi che non ho ancora dimenticati. Ero a Bologna al tempo del processo Luraghi, Favilla, Platner e non so chi altro.
e quello avea la fiamma più sincera cui men distava la favilla pura, credo, però che più di lei s’invera. La donna mia, che mi vedëa in cura forte sospeso, disse: «Da quel punto depende il cielo e tutta la natura. Mira quel cerchio che più li è congiunto; e sappi che ’l suo muovere è sì tosto per l’affocato amore ond’ elli è punto».
De la profonda condizion divina ch'io tocco mo, la mente mi sigilla piu` volte l'evangelica dottrina. Quest'e` 'l principio, quest'e` la favilla che si dilata in fiamma poi vivace, e come stella in cielo in me scintilla>>. Come 'l segnor ch'ascolta quel che i piace, da indi abbraccia il servo, gratulando per la novella, tosto ch'el si tace;
e da costei ond’ io principio piglio pigliavano il vocabol de la stella che ’l sol vagheggia or da coppa or da ciglio. Io non m’accorsi del salire in ella; ma d’esservi entro mi fé assai fede la donna mia ch’i’ vidi far più bella. E come in fiamma favilla si vede, e come in voce voce si discerne, quand’ una è ferma e altra va e riede,
Ricca di gioventù sana e dorata. Libra un inno d’amore; e ti diranno Fantastica e spostata. Critici e sofi con insulti vani T’inseguiran come lupi la preda Per mangiarsela a brani; Ma cancellar quel marchio invan vorrai, Favilla di pensier più il non si spegne, Più mai, più mai, più mai....» Disse. E, proterva ne la rossa vesta, Ritta dinanzi a me, parve il destino. .... Ed io curvai la testa.
La storia vi lasciò il dignitoso suggello delle memorie: il genio dell'artista desta gli echi del passato col fremito del presente. Così è: la polve giace polve, ma la favilla dell'Arte risuscita le anime e riscrive nel volume della vita dell'oggi le passioni delle remote et
Quella donna, onde il bel, nobile viso Polvere è da molt'anni, e l'alma in Dio, Non disamai, benchè da lei diviso, E onorerolla tutto il viver mio: Ma nuovi poscia affetti han me conquiso, E quel primiero ardor s'intiepidìo: Quel ch'era in me un incendio, è una favilla Che come lampa ad un sepolcro brilla.
Egli, capite? Egli che non ricordava più, dopo dodici ore, come avesse detto: «vi amo» alla fanciulla dei Guerri. Da una conversazione, mezzo audace e mezzo frivola, in una festa da ballo, era nato un amore di quattro anni. Com'è il caso di ripetere col poeta che «poca favilla gran fiamma seconda!»
Io credo che l'amore abbia sempre esistito nel mondo e che a lui si debba ogni sviluppo delle umane perfezioni. Io mi sento orgogliosa di essere donna perchè ritengo che, nei barbari tempi dell'abbrutimento universale, la donna abbia sempre conservata e alimentata la favilla della carit
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