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Era quel caro volto, un po' smagrito, dalle linee decise, con la piega sdegnosa all'angolo destro della bocca, era quello sguardo dritto negli occhi scuri, era quella voce, fatta più maschia, ma uguale, senza soni falsi, che le portavano innanzi lutto il suo bel passato radioso di fanciulla.

rivolsersi a la luce che promessa tanto s'avea, e <<Deh, chi siete?>> fue la voce mia di grande affetto impressa. E quanta e quale vid'io lei far piue per allegrezza nova che s'accrebbe, quando parlai, a l'allegrezze sue! Cosi` fatta, mi disse: <<Il mondo m'ebbe giu` poco tempo; e se piu` fosse stato, molto sara` di mal, che non sarebbe.

Prendete, prendete! Questi vi consoleranno un poco della perdita che avete fatta lassù. Notate inoltre che la zecca che gli ha coniati lavora sempre, e ce ne saranno degli altri. L'amico Garaventa vi chiamer

Ma che tardasi chiedevano l'uno all'altro, ed era un diffuso ronzío di curiosa impazienza, più meno di quanto in teatro indugiano al alzare il sipario. Che le avessero fatta la graziadomandava qualcuno.

Sol l'Asino gentil, l'Asino fino Lodar si debbe, e mi par che sia quello Da scriverne in volgar, greco, e latino. GAB. SIMEONI, Cap. dell'Asino. E Verdiana si era fatta venti volte alla finestra; altrettante si era posta ad annoverare i passi, che secondo i suoi calcoli la canonica distava da Roma.

L'altro lo confortò: i suoi imbarazzi momentanei erano comuni pur troppo a tutte le più grandi, le più illustri famiglie italiane che non avevano capito e non si erano uniformate allo spirito dei tempi, all'evoluzione moderna. I feudi, le decime, i fidecomissi, tutta roba portata via, scamottata con un pretesto o con un altro. Oramai i grandi nomi dovevano imporsi ai grandi affari. Fatta l'Italia bisognava renderla ricca, potente: dopo le sante battaglie della redenzione, della libert

La più bella mattinata che passai a Londra fu l'ultima, chiusa dalla più cara colezione cosmopolita che abbia fatta finora. Ero salito sulla torre di Wren, quella torre famosa che ricorda un incendio di quattrocentosessanta strade e quattordici mila case; dalla cima della quale si abbraccia con un colpo d'occhio il grande movimento del ponte di Londra e di tutte le strade che vi fan capo sulla sinistra del Tamigi. Trovai lassù cinque giovanotti simpatici, che chiacchieravano allegramente, strapazzando la lingua francese (uno eccettuato) con una disinvoltura da garzoni di barbiere; attaccai discorso; e dopo qualche parola, seppi con mio grande piacere che uno era di Colonia, uno di Manchester, uno di Harlem, uno di Guadalajara e il quinto di Lione; così che, me compreso, il gruppo rappresentava sei stati: Germania, Inghilterra, Francia, Italia, Spagna ed Olanda, tre popoli latini e tre popoli nordici, quattro monarchie sane e due repubbliche malate. Ridemmo del curioso incontro, poichè il tedesco e l'olandese eran capitati l

Il cuore gli rispondeva che non lo si poteva obbligare a morire. Inoltre la vita si era fatta per Emilia ben dura e triste.

Onde assecondare la raccomandazione fatta loro da Mosè, che desiderava dimostrare al suo popolo con prova evidentissima la verit

Vedilo che va in . O Ruffo! o Ruffo! Non odi, Ruffo? RUFFO. Io pur mi volto vedo chi mi chiama. SAMIA. Aspetta! RUFFO. Chi è costei? SAMIA. M'hai fatta tutta sudare. RUFFO. Be', che vuoi? SAMIA. La padrona mia ti prega che or ora tu vadi da lei. RUFFO. Chi è la padrona tua? SAMIA. Fulvia. RUFFO. Donna di Calandro? SAMIA. Quella, . RUFFO. Che vuol da me? SAMIA. Ella tel dirá.