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Aggiornato: 25 luglio 2025
Quando suonò la campana del mezzodì, la moglie del Malumbra fu presta a destarlo; ed egi, rivestitosi così di fretta e, uscito di casa, si recò al palazzo Candiano. Il senatore e l'ammiraglio stavano confabulando tra loro, quando il Malumbra fu annunciato. «Ditegli che aspetti un momento,» diceva Candiano al fante: «adesso, come vedete, sto coll'illustrissimo senatore.»
Orbene, ho fatto il giuoco anche alla signora contessa, ed ho scoperto un fante di fiori, il quale era cotto straccotto per la regina di quadri: che essa non lo vedeva di mal occhio; che lo aspettava e che egli era appunto per via. Benissimo, e poi?
Al macao, al lanzichenecchi, all'ecarté, le istesse risorse magnetiche. Il Casanova, purchè avesse le carte nelle mani, col semplice tocco delle dita, mutava i picche in fiori, i cuori in quadri, sostituiva un fante ad un asso, creava il suo giuoco. Egli vinceva colla volont
In questa entrò il servo. È qui il vostro fante, illustrissimo signor marchese. Son qui i cavalli? domandò questi infiammandosi in viso, e guardando il Morone alla sfuggita. No, illustrissimo. Ma lui dice che, dovendosi viaggiare verso Lombardia, gli bisogna maggior tempo per i preparativi; siamo in dicembre, e lassù vorr
E così partirò stanotte; fra un'ora partirò; non è tempo da perdere, neppure un momento! E tirato a furia la corda di una campana, chiamò un servo. Va, gli disse, come questo si mostrò, va alla mia casa; di al fante che inselli sull'istante due cavalli, e venga qui tosto e si disponga anch'esso a viaggiar con me stanotte verso Milano.... Va e fa presto, per carit
CAPITANO. Ti mostravi assai schivo di darmi tua figlia per isposa, che non l'accetterei per una fante di cucina: io te la renunzio ancorché sapessi che per me ne avesse a crepar di martello. Adio. PEDOFILO. Va' va'. ERASTO. Ma ecco la balia di Cintio, viene a tempo: questa è pur stata mezana de' nostri amori. BALIA di Cintia, ERASTO, PEDOFILO. ERASTO. Balia balia, vien qui per amor mio!
Non fu riflessione, fu come una trista ispirazione dell'inferno. Si mise alla scrivania, e rispose a Marone, quella sera non poter egli rendersi alle brame di lui, ma il domani senza fallo sarebbe ito col denaro. Piegò la carta, vi pose il suggello e la diede alla fante la riportasse al padrone. La sua mano tremava un pochino.
Appresso ciò lo duca «Fa che pinghe», mi disse, «il viso un poco più avante, sì che la faccia ben con l’occhio attinghe di quella sozza e scapigliata fante che l
Il Visconti intanto discese, e aperto l'uscio, mostrossi al fante dicendogli: «Io sono qui, andiamo.» «Voi saprete,» soggiunse il fante, «perchè il consiglio v'abbia mandato a chiamare.» E stava attendendo una risposta. «La Republica sa troppo bene chi si trova di presente nelle vostre stanze: il consiglio vi prega a non voler interrompere il corso della giustizia.
Appresso cio` lo duca <<Fa che pinghe>>, mi disse <<il viso un poco piu` avante, si` che la faccia ben con l'occhio attinghe di quella sozza e scapigliata fante che la` si graffia con l'unghie merdose, e or s'accoscia e ora e` in piedi stante. Taide e`, la puttana che rispuose al drudo suo quando disse "Ho io grazie grandi apo te?": "Anzi maravigliose!". E quinci sien le nostre viste sazie>>.
Parola Del Giorno
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