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«Imbarcato sopra la nave San Carlo che tradusse a Tenedo il fu Ecc.mo Kav. Correr, bailo , si fermò sulla medesima in attenzione dell'arrivo dell'altro Ecc.mo bailo Francesco Foscari, ed in questo frattempo attaccatasi grave epidemia nell'equipaggio di detta nave si maneggiò egli presso i comandanti turchi per avere ricovero in terra... Nel sostenere i governi delle armi (comandi di presidio) di alcune citt

È inutile! più mi ci provo, a farmi un po' di coraggio, e più sento d'avere una paura maledetta di questa epidemia. Carissimo Macario! soggiunse il dottore, alzando le spalle, io non so davvero che razza di consiglio darvi: siete troppo affezionato alla vita, voi!... se non foste così fortunato, così felice, la morte, vicina o lontana, non vi farebbe tanto spavento: credete a me.

Il quondam Gano empiuto avea i suoi scrigni nel stabilir cotesti re genia, ed agl'incolleriti, a' visi arcigni era stato flagello, epidemia. Ricordi a Carlo avea dati maligni col Credo in bocca e coll'Avemaria, massime che si den tenere oppressi i sudditi inquieti per se stessi, e che si denno piluccare e mugnere, ché l'uom senza danari è mansueto.

Di qui hanno principiato LE PICCOLE DANZE DA SALOTTO MONORITMICHE, LE ARIETTE SULLO SCHEMA DELLE PICCOLE DANZE ed il preconcetto della QUADRATURA NELLA COMPOSIZIONE. Epidemia che ha attraversato tutti i secoli dal suo nascere e che oggi ancora infetta l'intero campo musicale.

A S.a Lucia discutono animatamente. Della epidemia ond’è stato recentemente afflitto il paese indagano le cause probabili e la mortalit

Furono queste due conoscenze preziose per me, perchè potendo con loro discorrere potei raggranellare una massa di importanti nozioni. Le descrizioni dell'ultima epidemia sono spaventevoli: oltre le cagioni di cui gi

La storie del Val di Mazzara, come di tutta la Sicilia, chè la Sicilia tutta fu vittima della epidemia della Capitale, è piena di nobili slanci di abnegazione. Nella sola Cefalù il vescovo Francesco Vanni fece miracoli di beneficenza.

Ebbene, sarebbe stato meglio per voi, o buone e stupide fanciulle, di non essere andate a questo teatro. Voi non aspetta il dramma dell'amore, voi nulla saprete mai di quella passione che fa più vittime di ogni più crudele epidemia: i placidi mariti, la drogheria, l'orificeria, i figliuoli, la casa, nulla richieggono di queste lagrime ardenti, di questi gridi strazianti. Io non so perchè vi hanno condotte a questo teatro, io non so perchè vi hanno fatto intravvedere un mondo che non sar

A questa epidemia degl'intelletti, ch'era ridotta un guasto universale, sei o sette scrittor sani e corretti, e non entrati ancora all'ospedale, andavano a Dodone, poveretti, dicendo: Poniam freno a tanto male. Dodon rideva sgangheratamente del zelo inopportuno e inconcludente, e rispondeva lor: Cari fratelli, il mondo letterario s'è ammalato, vaneggia; i capi sono Mongibelli.

E senza aspettare ulteriori domande, rischiarare la sua risposta, volge le spalle e si ritira vicino la fornace. Il papa fa un moto d'impazienza e dice: Ho capito, l'è epidemia! Vediamo dunque se la Sibilla sia più ciarliera. Ma, scommetto, che neppure codesta pettegola sapr