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Aggiornato: 24 giugno 2025


Per descrivere le vicende di quel sanguinoso e memorabile combattimento, il più glorioso che ebbe a sostenere la Francia dopo la battaglia di Marengo ci vorrebbe un volume. A Solferino l'esercito francese si coprì di gloria. L'armata Sarda secondo gli ordini ricevuti da Vittorio Emanuele doveva portarsi il 24 a Pozzolengo.

L'esercito piemontese, forte di circa 60 mila uomini, era diviso in due corpi d'armata, il primo era comandato dal generale Eusebio Bava; il secondo dal generale Ettore De Sonnaz; a capo dell'artiglieria era il Duca di Genova, e d'una terza Colonna era comandante il principe ereditario Vittorio Emanuele.

A rivederci, signora Giulia, a rivederci, Lucilluccia mia disse il giovine ingegnere Roberto Arconti, stendendo la mano alle due signore Dal Bono, madre e figliuola, ch'entravano in un negozio di mode nella Galleria Vittorio Emanuele a Milano.

L’alpigiano possiede l’istinto della misura e non la soverchia mai, il Re Vittorio Emanuele era uomo da tollerare gli si mancasse di rispetto. Bensì sapeva proporzionare gli atti e le parole alla condizione delle persone ed attribuire ad ogni atto o parola altrui il suo giusto valore.

Relaz. ven. S. II vol. 2. p. 130. Da principio Emanuele Filiberto pare, che facesse capitale sopra i popoli di Savoia, sicchè Sigismondo Cavalli racconta egli avere, per lo scopo di assicurare i stati, «principiato a fare le cernide, ovvero ordinanze dei suoi popoli, ed obbligare ogni comune a dare tanti corsaletti, picche, archibugi, e morioni; e gi

Garibaldi al contrario trovava ad armonizzare nella sua mente questi due estremi, Popolo e Re. Laonde egli non credeva tradire la sua coscienza quando al 1859 ed al 1860 scriveva nella sua bandiera il motto: Italia e Vittorio Emanuele. Molto meno credeva poter offendere il Re, quando parlava della republica italiana e del suo avvenire.

L'amarezza, la vergogna, la disperazione dei patrioti non ebbero limiti. Si aspettava la notizia dello scoppio della rivoluzione a Firenze e della caduta di Vittorio Emanuele. Forse in questa crisi lo salvò la risoluzione presa dal governo di far passare anche all'esercito italiano i confini dello Stato Pontificio.

Un mio compaesano che si trovava nella stanza, prese a proteggermi e a consolarmi. Si chiamava Francesco Gentile, stato condannato a vita dal tribunale di guerra, come brigante che non aveva voluto sottomettersi al governo di Vittorio Emanuele. Egli aveva fatto parte della banda dello Schiavone, il capo brigante che avrete sentito nominare. Il Gentile era vecchio, ma di cuore.

signora, il conte Coletti, in casa del quale io passai, dodici anni fa, una notte, essendo in viaggio, si ricorda di me e mi domanda che gli faccia ottenere un posto di Maggiordomo maggiore di S. M. Vittorio Emanuele II, il re riparatore. Il signor conte occupava lo stesso posto alla Corte dell'ex principe!

Sul tavolino di mezzo.... Lasciamo stare l'inventario, guardiamo insieme l'alboErnesta obbedì senza dir parola, trasse il cieco a sedere sul divano, gli pose sulla ginocchia il grosso volume, l'aprì ed incominciò: «Vittorio Emanuele II, il Principe ereditario, la principessa Margherita.... Saltiamo i principi, disse Leonardo, voltando alcuni fogli. Tuo padre e tua madre

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