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Aggiornato: 10 ottobre 2025


Poteva ella lagnarsene? No, no, sarebbe stata una vile ed ingrata creatura. Piangeva, tenendo ancora fra le mani le lettere di Elvira, dilaniata dalla tristezza, sentendo il freddo di quelle ceneri morte, sentendo, insieme alla sua, l'angoscia che saliva da tutte quelle illusioni distrutte, da quell'irrimediabile passato.

Le ho parlato una volta o due. Era simpatica. Perchè è andata via? Chi lo sa! Probabilmente le avranno cambiato destinazione. Non si può dunque rammentare se si chiamava Elvira? Proprio non lo rammento. Marta avendo chiuso l'ombrellino, tornò a far rotolare i sassi in silenzio.

Fino a qual punto si erano amati? Fino a quale? Era riuscita Elvira ad animare la statua? Si era data a lui con quello ardore che traspariva dalle sue lettere? E poi? E dov'era adesso? L'inazione dell'aspettativa le riesciva insopportabile. Prese l'ombrellino e s'avviò per i campi, incontro a suo marito.

Carlo era infatuato del velocipede, Vittorio della macchina fotografica, e si era proposto di farsene una, sicchè Maria diceva loro chiaro e tondo che dopo una visita di ringraziamento, non sarebbe ritornata tanto spesso a villa Guerini, ma i ragazzi aspettavano Alberto ed Elvira, che avevano promesso di venire ad ascoltare un racconto di Maria.

Era una Lucia insuperabile e una adorabile Elvira nei Puritani; riusciva ugualmente nelle parti di sentimento come nelle parti comiche, e noi ricordiamo con qual brio ella cantasse a lato del Ronconi, insuperabile Dulcamara, la briosa parte di Adina nell'Elisir d'amore.

Alle undici e mezzo vi ho sentito passare sotto le mie finestre insieme ai vostri amici; ridevate forte e, non so perchè, quelle risa mi scendevano sul cuore come colpi di martello. Pensate a me almeno? Scrivetemi subito una riga, una parola. =Elvira.= Ve ne scongiuro, subito, subito. Mercoledì. Impazzisco, Alberto! Non una parola durante otto giorni interi.

Lesse ancora e rilesse le lettere ben due o tre volte torturandosi con tutte quelle frasi d'amore, sentendo una stretta al cuore per ogni bacio che Elvira aveva dato ad Alberto, oppressa dalla disperata convinzione che per quanto ella facesse o dicesse, non avrebbe potuto cancellare dalla mente di suo marito quei ricordi.

Può darsi, e allora consolati, brucia questi scartafacci alla buon'ora. Tanto il passato non si cancella, si rinnuova. Era appunto ciò che pensava Marta, ma senza trovarvi nessuna consolazione. Che Alberto avesse amato Elvira molto, poco o niente affatto, restava per lei il fatto di quella corrispondenza infuocata che parlava pure di baci dati e ricevuti. Se dati per amore, perchè dimenticati?

Entri, entri in salotto disse la signora Elvira e veda di trovarsi un buon posto.... C'è folla, proprio folla.... Davvero non avrei creduto.... E lei, signora Federica, venga con me. Gi

In quella casa, pareva che dopo molti giorni di pioggia fosse entrato un raggio di sole, tutti erano allegri e contenti; Alberto ed Elvira, stanchi di quella forzata prigionia, parlavano gi

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