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Aggiornato: 13 maggio 2025
Scusi, sa; gli disse la megèra, abbassando la voce con aria di mistero, quando fu giunta sul pianerottolo dov'egli era rimasto inchiodato; vorrei pregarla di un'imbasciata pel signor Filippo. La camera che gli piace tanto, un giorno o l'altro sar
Ma subito un tumulto di voci, di passi, un rumore insolito lo avvisò che quanti erano nel palazzo s'affrettavano allora per venire in quell'anticamera, dov'egli stava di piè fermo.
Fuori della Porta Belisario, per ordine di lui, s'eran mandati cinquanta cavalli guidati dal Rangone comandante in S. Angelo, per ricevere il Baglione e per condurlo poi subito dov'egli aveva comandato, senza por tempo in mezzo. Ma un uomo a cavallo, spedito a tutta corsa a Roma dal Rangone stesso, era entrato in Vaticano ad avvisare che non era gi
«Evviva il Re! urlarono quaranta o cinquanta gole mezzo ingozzate di lasagne: e all'urlo tenne dietro un rompere di tossi, di sternuti, di singhiozzi per contrazione; mentre il soldato sorridendo a tutti, chiamando tutti amici, andava attorno toccando col suo gli altrui boccali. Giunto a Rocco, che mangiava rincantucciato in fondo alla baracca, e si sentiva tremare il cuore; il soldato gli si piantò dinanzi: «E voi gli disse che fate costì solo, che mi parete un volpone sotto una cesta? venite qua in buona compagnia!» E pigliato il piatto, i pani, il boccale del poveretto; lo tirò a quella mensa dov'egli e i suoi facevano quel tanto baccano. L
Una volta questi suoi amici, che si reputavano, in buona fede, altrettanti Don Giovanni, perchè avevano pagato il conto della locanda ad un contralto sfiatato, gli prepararono il brutto scherzo di fargli capitare nel salottino del ristorante, dov'egli era solito cenare dopo teatro, una coppia sbrindellata di quelle infelici sirene di provincia. Ma, per poco, il giochetto non finiva male!
Ed eccolo ora in quel Parigi, dov'egli spera di ricevere una risposta definitiva ai dubbi della sua mente, alle angosce del suo cuore. Partendo da Roma egli aveva esclamato: «Giustizia, sì! Ma non più carit
Le disgrazie non vengono mai sole, e le venture vanno anch'esse appaiate. Quello doveva essere giorno di festa intiera, dappoichè la fortuna attendeva Guido Laurenti in giardino, dov'egli corse, appena ebbe mandato giù l'ultimo boccone.
Quando, entrata nella camera dov'egli passeggiava in tanto disordine, s'accorse del quanto egli era stravolto e contraffatto, tutta spaventata gli domandò che fosse.... Il Palavicino a tutta prima non rispose, poi diede a leggere il foglio alla duchessa. O povera sventurata, disse questa tutta impietosita, letta che l'ebbe; e così, Manfredo?
Questi, anzi che considerare le molte figure a fresco che decoravano la vôlta di quella sala, cominciò invece a pensare a sè stesso, e a quella specie di metamorfosi che in sì poco tempo egli avea subito. Due anni prima, a Milano, le persone di maggior conto, colle quali per lo più ei trovavasi in contatto, erano gli scabini del Collegio dei Dottori, alle quali dava qualche grossa mancia perchè non ne avessero a cacciarlo, siccome intruso; e le classi dov'egli trovava i suoi migliori clienti, eran quelle dei vendarrostri e de' bruciataj. Ora aveva indosso una magnifica cappa di velluto nero, la quale alterava tutto il suo aspetto; quella tinta di mariuoleria plateale, che da molto tempo gli si era svolta in faccia, appariva coperta a più mani da una tinta di acume presidenziale: il ludro insomma era scomparso per dar luogo a Talleyrand. Intanto trovavasi in una delle più sontuose camere d'uno dei più facoltosi romani, e, ciò che può far stupire chicchessia, per parlare all'uomo che col proprio nome doveva distinguere il suo secolo. La sfera delle sue speculazioni s'era cangiata. Non trattavasi più del povero borghese che metteva nelle sue mani la scarsa polizza perchè lo patrocinasse contro al creditore insolvente; era uno Stato, una citt
Peuh!... E agli avventori del Caffè del Duomo, dov'egli adesso consumava il suo tempo, sdottoreggiando di politica, ripeteva sempre, a proposito e a sproposito dei re, e senza mai stancarsi, il noto epigramma Che cosa è re?... Di reo due terzi egli è, Anzi, per dire il vero, La differenza è zero!
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