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Aggiornato: 12 settembre 2025
Egli avea avuto un gran colpo, le parole di Domenico gli aveano ricordato troppo bruscamente quanto egli fosse caduto nel concetto universale. Ma come ti sei cambiato! aggiungeva Domenico. È impossibile di riconoscerti.... Appena, appena ne' tuoi occhi... Roberto mise subito da parte questa idea; che, nel caso di una fuga, avrebbe dovuto procurarsi un paio d'occhiali per non essere ravvisato.
Ed entrò, dopo la minaccia; e chiuse la porta dietro di sè con violenza. Don Domenico, sbigottito, rimase senza parole in bocca. Poi rifece la via, pensando quale potesse essere la causa del fatto. Matteo Verdura, uno dei mangiatori di fichi, chiamò:
Delib. Senato. Serenissimo Principe, Mentre io Domenico de Santi q.m Luca suddito e servo umilissimo della Serenit
San Domenico, per consiglio del Pontefice, recatosi nella Gallia Narbonese, suscitò contro essi una Crociata, concedendo quelle medesime indulgenze, che solevano darsi a coloro i quali passavano a combattere in Terra Santa.
Io veramente non trovo che ad alcun altro di tale ripiego rissovvenisse e lo ponesse in esecuzione, prima del famosissimo Domenico Michiel, doge della serenissima veneta repubblica.
Don Domenico era l'amico ed il confidente di due potenze: il ministro degli affari ecclesiastici, il confessore del Re. Egli provvedeva di vescovi il ministro che s'intendeva col confessore, e costui li faceva approvare da S. M., nel cui nome erano proposti alla Santa Sede. Ciò spiega l'importanza di Don Domenico e la sorgente della sua fortuna.
«Napoli, il 2 maggio 1847. «Vostro amico sincerissimo «Domenico Taffa, «Capo di Rip. al ministero del culto.» Questa lettera gittò Don Diego nello stupore.
Alle tre, quando la campana annunziò la fine della lezione, il professore Domenico Perez non lasciò liberi, come avrebbe dovuto, i suoi discepoli. Spiegava da due ore un atto dell'«Edipo Re» e non voleva interromperlo. Dominando con la voce ferma e severa i moti d'impazienza della classe, andò avanti per un'altra diecina di minuti, sino alla fine; poi pronunziò la frase sacramentale: Baster
L'agitazione, che provava in quel breve tragitto. era tale che sorprendeva lui stesso. Gli sembrava che una forza superiore lo guidasse, lo spingesse. Presto si trovò dinanzi a San Domenico; rimase un istante perplesso, poi principiò le sue indagini.
Se in Aleppo pertanto devesi per gli addotti motivi destinare un console, che per le informazioni prese e per le asserzioni scritte dagli stessi capi delli due rispettivi Consorzii, il più utile ed il più opportuno non sappiamo riconoscere se non se il veneto suddito Domenico Serioli persona di tutta probit
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