Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 1 giugno 2025


113 L'impetuosa doglia entro rimase, che volea tutta uscir con troppa fretta. Così veggi

Che doglia, che tormento, alma mia cara, credi che sia l'amar chi te non prezza? O tolga Dio, ch'in così amaro stato i' ti vegga giammai; Tirrenia intendi: non voler contra te l'ira de' Dei mover leggiermente: ama chi t'ama. Ama il tuo Mopso, il quale lode immortali va cantando di te mattina e sera; e va segnando intorno i sassi e i tronchi del nome tuo per farti eterna e chiara.

Novo augelletto due o tre aspetta; ma dinanzi da li occhi d'i pennuti rete si spiega indarno o si saetta>>. Quali fanciulli, vergognando, muti con li occhi a terra stannosi, ascoltando e se' riconoscendo e ripentuti, tal mi stav'io; ed ella disse: <<Quando per udir se' dolente, alza la barba, e prenderai piu` doglia riguardando>>.

Ma, intanto, saria pur bene intendere quel che a casa nostra si fa di questo mio parentado. FANNIO. Questo è uno procacciar doglia e 'l proposito nostro è fuggire la conclusione. LIDIO femina. Lo allungare non leva via la cosa. A quel saremo domane che oggi semo. FANNIO. Chi sa? Chi scappa d'un punto ne schifa cento. L'andar da Fulvia può giovare; nuocer no. LIDIO femina. Io son contenta.

Perché recalcitrate a quella voglia a cui non puote il fin mai esser mozzo, e che più volte v’ha cresciuta doglia? Che giova ne le fata dar di cozzo? Cerbero vostro, se ben vi ricorda, ne porta ancor pelato il mento e ’l gozzo». Poi si rivolse per la strada lorda, e non motto a noi, ma sembiante d’omo cui altra cura stringa e morda

CORONA. Troppo son certa io de la lui malizia, il quale fingesi «pitocco» e furfante per dar bastonate da cieco. PAOLA. Tu non sai la cagione. CORONA. Cosí non la sapessi! PAOLA. Dimmi, qual è? CORONA. Per farci morir tutti spacciatamente di doglia, acciò piú oltra non avesse chi gli gridasse in capo. PAOLA. Tu te 'nganni grossamente. CORONA. Anzi pur tu te 'nganni. PAOLA. Come?

A narrarne la fortissima doglia non bastando noi stessi, ci soccorre per ventura messer Cino medesimo; e perchè meglio non potremmo porgerne idea, faremo di riportare il Sonetto, ch’ei ne lasciava nel suo Canzoniere, in morte di lei; dov’egli ricorda quel suo doloroso passaggio, e quell’estremo ufficio d’amore.

Nobil signor: una de duo farai: O ch'io tornerò a lei: un'altra volta: O ver: personalmente: tu anderai: Che da doglia per te divengo stolta. No. Aymè: animo: e ingegno: n'harrei mai: lingua: in dir una parola: sciolta: Anzi: in quel ch'io gli havesse il parlar porto Resteriama nel petto: il spirto morto.

E la canzone, ch’ei stava cantando, incominciava così: «Lontana dimoranza Doglia m’ha dato al cor lunga stagioneMa, come messer Cino l’ebbe udito alcun poco, preso da sdegno di sentirsi guastare con un accento il più strano e con indicibili storpiature quelle belle melodie e que’ versi di Lemmo amico suo, non potè regger più oltre.

24 Un semplice fanciul nell'urna messe la mano, e prese un breve; e venne a caso ch'in questo il nome di Ruggier si lesse, essendo quel del Serican rimaso. Non si può dir quanta allegrezza avesse, quando Ruggier si sentì trar del vaso, e d'altra parte il Sericano doglia; ma quel che manda il ciel, forza è che toglia.

Parola Del Giorno

trotta

Altri Alla Ricerca