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Aggiornato: 21 giugno 2025
Quando fuor giunti, assai con l'occhio bieco mi rimiraron sanza far parola; poi si volsero in se', e dicean seco: <<Costui par vivo a l'atto de la gola; e s'e' son morti, per qual privilegio vanno scoperti de la grave stola?>>. Poi disser me: <<O Tosco, ch'al collegio de l'ipocriti tristi se' venuto, dir chi tu se' non avere in dispregio>>.
La giovinetta fu accorata, tanto più che la principessa, da un pezzo, fingeva non vederla: e incontratasi con lei in varie case, l'avea trattata con palese dispregio, quasi non l'avesse mai conosciuta. Come poteva il Venosa scherzar in tal modo con una donna che sapeva nemica di lei? E dopo le sue promesse?
Anche senza il sussidio dell'editore, sarebbe forse venuto fatto di raffigurare all'abito bianco il mugnaio, s'è pur vero che in questa nuova «dotta elucubrazione» sieno rinfrescati «a maniera di allusione», come a taluno è sembrato, alcuni tratti in dispregio del tragico italiano; ciò che deve far parimente rivivere l'indegnazione de' classicisti non meno che de' romantici.
Un giorno, che erano andati tutti insieme a vedere il castello di Moncalieri, la signora Maria notò con piglio dispettoso la fanciullaggine di Ariberti che aveva fatto per Giselda una raccolta di fiori selvatici e pretendeva di farle portare tutto quel fascio di sterpi. -Non sapete regalare che del verde! gli disse, con aria di superbo dispregio.
Ma egli aveva lavorato per la gloria, la qual cosa vuol dire che non aveva buscato un soldo. E per giunta alla derrata, quel po' di gloria gli fruttò noie e grattacapi a bizzeffe. La Dora aveva detto corna del lavoro, e con parole di superbo dispregio, che a lui parve eccedessero i termini assegnati alla critica onesta.
E, spaventato dal fatal problema, Triste amatore d'un'estasi arcana, Cantava a sè medesimo un pöema Inebbrïando la sua forma umana! Or, ditemi, fu in lui colpa o sventura Questo dispregio dei nostri costumi? Dobbiamo noi su questa sepoltura Rammentar la sua vita o i suoi volumi?
Bruno Traldi lesse l'articolo e sorrise di dispregio. Nicla me lo aveva detto, confidò al Salapolli. Duccio Massenti sarebbe diventato un mio nemico mortale. Egli voleva sposare Nicla, poi diventar padrone di casa mia, poi consigliarmi e condurmi; e perchè nessuno di questi tre fini gli è riuscito, mi odia.
Maria si sentiva assalita dalle vertigini: la nausea, il disgusto, l'orrore si dividevano il suo cuore. E più l'infame l'insultava, più cresceva il suo odio per lui, il desiderio di punire. Ed era per quell'uomo che ella aveva sacrificato gioventù, bellezza, avvenire, che aveva ingannata una madre, si era resa un oggetto di dispregio per tutti?... Una nube di sangue le velò gli occhi.
Parola Del Giorno
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