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Aggiornato: 22 giugno 2025
È giusto, è giusto. Hai ragione. Tu parli con sapienza: con la medesima sapienza che ha Lui. Io da ignorante parlo. E mi guardate!... Ancora mi guardate!? Non disdegnare che ti guardo! No, non disdegno. Perché dovrei disdegnare? Sei cosí in alto! Troppo si affretta la vostra immaginazione a illudervi sulla mia persona! Io vivo nel piú umile cantuccio della terra. Non l'ho indovinato. Ti conosco.
Non se lo spiegava; eppure dovunque si voltasse, a qualunque occupazione si desse, egli rivedeva la freddezza di quegli occhi ed il disdegno di quelle labbra; insieme il volto pallido e simpatico, le treccie nere e le stelle bionde di tartaruga: dappertutto la stessa immagine.
Di quell'incontro egli non soffiò verbo ad alcuno; in casa Gianella, del resto, dopo un uragano di romanzesche calunnie e di drammatiche imprecazioni, il nome di Loredana non si pronunziava più; la madre di Adolfo per poco non spingeva l'ostentato disdegno per la perduta fino a vestir di gramaglia, come si usa nelle case principesche.
Bisogna ricominciare.» Capite, adesso? Noi ricomincieremo. A domani. Ma, principe balbettò il dottore non vi sarebbe dunque modo... Il principe lo fulminò del suo sguardo carico di disdegno, di disprezzo e di alterigia, e replicò: A domani. Io vi domando i vostri servigi in caso di disgrazia; non i vostri consigli e la vostra mediazione. Verrete voi?
Io vidi piu` di mille in su le porte da ciel piovuti, che stizzosamente dicean: <<Chi e` costui che sanza morte va per lo regno de la morta gente?>>. E 'l savio mio maestro fece segno di voler lor parlar segretamente. Allor chiusero un poco il gran disdegno, e disser: <<Vien tu solo, e quei sen vada, che si` ardito intro` per questo regno.
e come 'l pan per fame si manduca, cosi` 'l sovran li denti a l'altro pose la` 've 'l cervel s'aggiugne con la nuca: non altrimenti Tideo si rose le tempie a Menalippo per disdegno, che quei faceva il teschio e l'altre cose. <<O tu che mostri per si` bestial segno odio sovra colui che tu ti mangi, dimmi 'l perche'>>, diss'io, <<per tal convegno,
La contessa rizzò il capo, e guardandolo con un piglio, in cui non si sarebbe potuto dire se fosse maggiore il disdegno o la compassione, lo fulminò con queste parole: Signor Lorenzo! siete voi così dappoco?
<<Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta piu` che creatura, termine fisso d'etterno consiglio, tu se' colei che l'umana natura nobilitasti si`, che 'l suo fattore non disdegno` di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore, per lo cui caldo ne l'etterna pace cosi` e` germinato questo fiore.
«Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ’l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l’amore, per lo cui caldo ne l’etterna pace così è germinato questo fiore.
Nessuno ha mai voluto andare al fondo della tua pena. D’altronde, tu ti sei chiusa, ti sei messa in disparte a covare il tuo male. E c’è nella tua natura una fierezza e un disdegno che non conciliano la confidenza. Non hai un poco allontanato da te perfino tuo fratello? Mortella. Povero Bandino! Giana.
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