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Aggiornato: 9 giugno 2025


Temevano che la vista del babbo così magro e pallido mi colpisse troppo dolorosamente. «Ed invece egli m'aveva trovata a Milano folleggiante dietro un amore colpevole, dimentica della famiglia, di lui, di tutto. Come doveva disprezzarmi!

Ed eri tu quella. Ne dubiti ancora? Ma pensaci, o Gilda; dimentica un'ora di follìa; ritorna colla mente al passato. Perchè mi hai amato, tu, se non perchè sentivi in me un affetto che rispondeva al tuo? Ah, l'ho creduto! esclamò la fanciulla, coprendosi il volto colle palme.

Colla prosa la faccenda è tutt'altra; da che allora il lettore non si dimentica un momento mai che il libro ch'ei legge è una traduzione, e tutto perdona in grazia del gusto ch'egli ha nel fare amicizia con genti ignote e nello squadrarle da capo a piedi tal quali sono. Il lettore, quand'ha per le mani una traduzione in verso, non sempre può conseguire intera una tale soddisfazione.

Tutta la nostra consolazione è un secchio d'acqua nell'angolo, stato riempito magari il giorno prima. Quando sono nel penitenziario ho diritto, coi miei denari, a una spesa di cose mangerecce di venticinque centesimi. Perchè il viaggio mi fa perdere questo diritto?» E il condannato concluse dicendo che le giornate di traduzione sono, per il ventre del recluso, le più desolanti. Lo si dimentica.

Chi ha veduto il quadro del Morelli può fare il confronto di memoria; un capolavoro come quello, visto una volta, non si dimentica più. A me basta socchiudere gli occhi perchè le tre stupende figure mi si ripresentino all'immaginazione con l'evidenza della realt

O non pare una delle Dodici Tavole? Ma! Eppure egli c'è in Roma della gente che se ne dimentica, gente a cui non è più sacro il Campidoglio, gloria e amore dei nostri antichi, i numi laziari, i laziari costumi. Grecheggiano! È la loro manìa. Nulla distingue più i giovani romani educati in Roma, dai giovani greci educati in Atene.

A me pare rispose con mansuetudine filosofica il signor Steele a me pare di preferir la donna fuori da ogni letteratura. Noi si rise e la signora fece una spallata. E a te, Violet? diss'ella Cosa pare a te? Dimentica per un momento la tua patria e quel che senti. Ho la mia opinione rispose Violet e non so fare bei discorsi.

Ella non si lamentava più; mi guardava, mi ascoltava, come dimentica del suo dolore, quasi attonita, colpita forse dal suono della mia voce, dall'espressione del mio smarrimento e della mia angoscia, dal tremito delle mie dita su i suoi capelli, dalla desolata tenerezza di quel gesto inefficace.

Oh, se desideri andare disse Roberto. No, no replicò la signora Federica. Andremo un'altra volta insieme. Sicuro saltò su Lucilla la sera dei quadri viventi. Che quadri viventi? domandò l'ingegnere. Oh bella! Quadri viventi. Non sai che cosa siano? Figuriamoci! A vivere in mezzo allo zolfo si dimentica tutto.... Vedrai che Margherita coi fiocchi io sarò. Farai tu da Margherita?

Dimentica, figliuola mia, dimentica la tua afflizione terrena; pensa al Signore, pensa alla beatitudine eterna; e t'assicura che non verrá meno lo sposo all'anima tua. E che è mai, o madre, la beatitudine eterna? che mai, o madre, è l'inferno? Con lui, con lui è beatitudine eterna; e senza di Guglielmo non v'ha che inferno.

Parola Del Giorno

fuligginosa

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