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Aggiornato: 28 giugno 2025
«La speranza di saper qualcosa di più positivo mi trattenne a lungo vicino a lui; rinnovai più volte le mie domande, ma l'Italiano stette in una perfetta riservatezza, dicendomi che tutto quanto aveva esposto non era se non il risultato d'una diceria vaga; che l'odio e la malignit
Su via, mi disse, ora puoi completare la confessione, e dirmi senza altre ambagi il nome della tua innamorata! Mi alzai, e sorrisi ingenuamente, ma esitavo a pronunziare il suo nome. Egli mi fece coraggio dicendomi: Su via, sbrigati... andiamo alla fine. Allora io dissi balbettando: È la contessa Savina Brisnago.... Non mi è possibile descrivere l'effetto prodotto sullo zio dalle mie parole.
Lidia non lo guardava, ma lo guardavo io, dicendomi che in quel momento Gian Luigi m'era di gran lunga superiore, comechè procurasse alla donna un compiacimento intellettuale, ch'ella sembrava apprezzar molto, anche perchè noi eravamo i primi a conoscere quella composizione inedita, anzi non ancor finita. Molto buona, dichiarai, quando Gian Luigi concluse.
Se ne accorgeva e me n'era grata, e mi sorrideva talvolta fra le lagrime, e nascondeva il suo volto nel mio petto, dicendomi che la perdonassi. Allora il mio cuore si allargava; mi felicitavo d'essere stato paziente; ma non andava molto che queste scene si rinnovavano. Com'era naturale, Clelia aveva concepito una strana ripugnanza per Eugenio.
Dicendomi queste cose il suo occhio aveva assunto un'animazione straordinaria, che dava alla sua attitudine una posa decisa ed energica. Era un nuovo aspetto della sua bellezza. Fiera come una regina che impone le sue condizioni all'alleato, essa attendeva una risposta breve ed esplicita come la sua sentenza. Non la feci attendere lungamente: Avrete tutto!... le risposi.
Ero per dirigermi laggiù a corsa, perchè una più lunga attesa avrebbe sfrenato un urlo dalla mia bocca serrata e contorta.... Un uomo, in abito nero, staccandosi dal gruppo di quelle piccole figure, mi tagliò la strada, mi afferrò per il braccio, dicendomi: Torna indietro! Sei smunto come un cencio lavato. Prima che ti vedano! Restai immobile a guardar Gian Luigi.
Il sopraggiungere d'Angela Tintaro interruppe il giuoco per un istante; Gian Luigi si levò, e nel mentre Lidia parlava colla Tintaro, egli mi condusse innanzi alla finestra, dicendomi con inflessione maliziosa: Una buona notizia, dunque. Un ritorno all'antico!
Adesso mi scrive due parole, dicendomi di raggiungerla, dandomi il suo indirizzo: e io parto, io attraverso l'Europa, vado dove ella è, poichè questo, capite, è il mio destino. Essa vi ama? No. Non vi ama? No, niente. Non vi ha amato? Mai. Nè avete speranza? Nessuna. Ma perchè non vi ama? Perchè vie della gente che non ama mai, Luisa gridò lui, subitamente esaltato.
Io mi sentivo sfinito, incapace di trascinare più oltre il peso di quell'esistenza miserabile. Ogni mattina, veramente, quando aprivo gli occhi dopo un sonno agitato, era come se qualcuno mi presentasse una coppa profonda, dicendomi: "Se tu vuoi bere, oggi, se tu vuoi vivere, bisogna che tu sprema qui dentro, fino all'ultima goccia, il sangue del tuo cuore."
Allora mi parve ch'ella mi dicesse dall'alto «salvate l'onore e la vita a mio figlio» e certo i miei pensieri mi vennero infusi dalla potenza sovrumana d'una madre. Qui, ritirando dal seno la medaglia, me la porse dicendomi: Datele un bacio, e un'altra volta siate più savio.
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