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Aggiornato: 22 giugno 2025
Panimbolo, la fortuna secondo il suo costume tutt'oggi ha scherzato con noi valendosi della varietá de' casi; e all'ultimo Iddio ha essauditi i nostri desiri. Rallegrati, ché la poco dinanzi infelice miseria mia or sia ridotta in tanta felicitá. PANIMBOLO. Stimo che di questo giorno vi ricorderete ogni giorno che viverete.
Oh! quando fiano i lor desiri immoti E in un confuso il duplice lamento E l'ineffabil gaudio? Quanti tramonti ancora e quante aurore, Quanti voli da questo a quel pianeta, Oh! quanti secoli Dovran fuggire pria che il dì d'amore Sorga a riunire il giovane poeta Alla sua dama pallida?
Tal minacciava; e da la fronte oscura Per gli occhi fiamma sfavillava intorno, Gelidi i capitan d'alta paura A le tende ciascun fa suo ritorno; Quivi, presaga di più rea ventura, La vinta plebe al trapassato giorno Volgea la mente, e tra' più rei martiri Bestemmia d'Ottoman gli empi desiri.
Devesi altri turbar poco, nè molto Quando un guerreggiator trabocca in guerra? Il tuo fedel, che da la vita è tolto, Pur nostro servo ne riman sotterra Sposto a le fiamme eterne ed a i martiri; Or non son questi alfin nostri desiri?
Cosa non avvi per cui unqua sospiri, anzi gioisci di quel dolce ch'io t'apporto, acciò che m'ami e toi desiri commetta a me che t'ho svelto d'oblio. «Haec est in omnibus sola perfectio: suae imperfectionis cognitio». HIER. Com'esser può ch'un arbore, ch'un fiume l'un stia verde giammai senza radice, l'altro piú scorra se acqua non s'elice di fonte, o neve a l'austro si consume?
Ella posa jeratica, i severi occhi rivolti al cielo. Oh, dal felice regno del Sogno valga a richiamarvi la mia voce, divina incantatrice! I miei Desiri, cupidi sparvieri, vagavano pel cielo aperte l'ale e latrando i Peccati, agili e neri veltri, pel prato fiorito e fatale tendevano alla magione dei Piaceri.
PALAGIO D'ORO, nobile magione de la Speme, de 'l Riso e de' Piaceri, ove sotto i belli archi alti e leggeri danzano i Sogni cinti di corone; SELVA D'ORO ove Amor, nudo garzone, con i Desiri, cupidi sparvieri, con i Peccati, veltri agili e neri, attende a la sua dolce cacciagione; FONTE D'ORO ove candidi e tranquilli vanno i cigni di Venere per torme facendo a 'l dorso calice de l'ale;
Essi furono due perfetti idealisti. Nel suo Canto V. dell'Inferno, Dante interroga Francesca così: «Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri A che e come concedette amore. Che conosceste i dubbiosi desiri?... ed egli stesso quantunque marito e padre di sette figli, ricorda, nel suo Paradiso scritto all'et
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