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Aggiornato: 18 giugno 2025
Nel 1852, Sassari insorge e vi si proclama lo Stato di assedio; due eserciti stanno di fronte: la guardia nazionale da un lato e il regio esercito stanziale dall'altro. Eppure non furono soppressi i magistrati ordinarî, non furono istituiti i tribunali militari! Di più: il ministro dell'interno Pernati fece alla Camera dei deputati queste dichiarazioni opportunamente ricordate dall'on. Altobelli che suonano aspra rampogna all'on. Crispi. Il ministro sostenne di non avere avuto bisogno di farsi autorizzare dal Parlamento per proclamare lo Stato di assedio perchè non aveva violato lo statuto e soggiunse: «Ma diverso sarebbe il caso della sospensione dell'articolo 71 dello Statuto, che garentisce la libert
Stavano così le cose quando si cominciò a spargere a Firenze la voce che due deputati, appartenenti alla camarilla degli affaristi, fossero stati colti colla mano nel sacco, dai democratici.
I signori deputati si presenteranno colla suddetta lettera al signor Principe di Metternich, domanderanno al medesimo di essere presentati a S. M. l'Imperatore d'Austria, ed insisteranno in seguito per essere presentati agli altri sovrani alleati.
Orbene non un solo di questi cittadini onesti e stimati andò a testimoniare contro il Curatolo... invece sindaco, deputati provinciali, assessori, consiglieri provinciali e comunali, molti altri eminenti cittadini quasi tutti avversari politici affermarono esplicitamente la legalit
Gli ultimi tre erano giunti dal reclusorio di Finalborgo e i due deputati erano ancora sbalorditi dai dodici anni di reclusione che aveva inflitto loro il Tribunale militare.
Fece molto tardi dalla duchessa, e giunse tardissimo al Cova, a prendere il caffè e latte, nel solito crocchio d'amici: tutta gente dell'alta finanza, ricchi industriali, deputati. E portò in quel crocchio due notizie: la notizia della liquidazione della Cisalpina, e quella del povero Casalbara sempre più aggravato.
I fatti non tardarono a dimostrarglielo. Il ministero era caduto, sotto il peso d'una votazione solenne, provocata dal discorso di Ariberti e da un ordine del giorno dei soliti deputati che hanno la privativa di queste manifatture.
I deputati cercheranno prudentemente di mettersi in corrispondenza co' ministri del Regno in Parigi, onde valersi dei loro lumi e notizie; in tutti i casi poi non preveduti, i deputati si regoleranno con la conosciuta loro saviezza e prudenza. Milano, 18 aprile 1814. Per ordine di S. E. il Duca di Lodi, impedito dalla gotta alla mano destra. Firmato CARLO VILLA, Segretario.
Si attendeva con ansia febbrile l'apertura della Camera Sarda per trovare nella parola del Re Sabaudo un detto che confermasse le concepite speranze, e la parola si fece sentire così: Signori Senatori, signori Deputati,
Istruzioni di S. E. Duca di Lodi, Cancelliere guardasigilli della Corona del Regno d'Italia, partecipate alli deputati del Senato, signori Conti Guicciardi e Castiglioni. Non avendo in questo momento il Regno d'Italia corrispondenza colle corti di Russia e di Prussia, e non potendosi nella circostanza attuale, a seconda di quanto ha assicurato il sig.
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