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È costui, l'omicciattolo saltellante e sghignazzante, lo speculatore tenebroso, che col suo gergo da barbaro e co' suoi giri e raggiri di avoltoio, diffonde il panico fra i nostri istituti di credito, fra le nostre case industriali, colla furia fatale di un'epidemia; è costui il grande, il benemerito finanziere esaltato, incensato, intervistato dai nostri avversari, dagli avversari della Cisalpina, dai denigratori del Fontanella, dagli amici, dai moretti, dai mediatori elettorali del Bonforti e del Ghirlanda!"

³²⁶ Non si dimentichi che Giuliano, per artifizio d’ironia, ripete, quasi confermandoli, gli scherzi dei suoi denigratori. E qui Giuliano racconta che a lui avvenne, una sola volta, di vomitare il pranzo, cosa che, a quel che pare, gli Antiochesi usavan fare, come si narra dei Romani. E fu, durante il suo soggiorno a Parigi, nella sua cara Lutezia, come egli dice.

I soliti brontoloni del Caffè della Posta, ebbero un bello stillarsi i cervelli per esercitare anche in questo caso la loro parte di denigratori sistematici. Essi di meglio non seppero trovare, se non l'affermazione che dopo tutto il professore non faceva certo un grande sacrificio col cedere quella sua "vecchia baracca" dove, in mancanza d'inquilini, ballavano da gran tempo i topi.

Il maestro Verdi ebbe molti denigratori accaniti. È la sorte di tutti gli artisti di genio ai quali arride il successo.

Per comprendere la satira, non bisogna mai dimenticare che, da un capo all’altro, essa è uno scherzo ironico ed amaro, e che Giuliano prende contro di le parti dei suoi denigratori, e riproduce le loro parole facendole proprie, e, certamente, caricandone l’espressione³²⁵. ³²⁵ Iulian., 433, sg.

E mentre la figura di lei restava così sotto una fosca luce, i denigratori di Zakunine, senza ricredersi del tutto, riconoscevano la sua innocenza. Non si ricredevano interamente perchè vedevano lui all'origine di tutti quei danni; della sola materiale responsabilit

Un uomo di lettere serio, non si mischia troppo al mondo, che per eccezione. Di consueto, egli vive fuor del mondo, di una vita fittizia, in mezzo ad esseri ch'egli evoca dal suo cervello. I giorni dell'uomo del pensiero scorrono in mezzo al cozzo delle idee che s'incrociano nel suo spirito; assiepato di sistemi, di dottrine, di collezioni, di teorie, di libri; in presenza di allievi o di nemici, di credenti o di denigratori; assorto, distratto, sgarbato, stanco, strano, perduto fra gli uomini reali. Però, quando