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Ricordi tu, vecchio e fedele amico, le visioni dell'Italia che splendevano sull'anime nostre quando tentavamo, trenta anni addietro, la spedizione di Savoja, e nei lunghi anni d'esilio che durammo insieme? L'Italia sorgeva poco importava il quando in nome dell'eterno Diritto, santificata dal martirio de' suoi migliori, a impadronirsi, continuando il passato, dell'iniziativa che la Francia aveva dal 1814 perduta; ad assumere una missione di Verit

Fondammo il Patto della Giovane Europa sei giorni dopo l'insurrezione Lionese, tre dopo la sconfitta, e mentre ogni speranza di moto Francese sfumava. Era la nostra risposta alla vittoria conseguita dalla monarchia repubblicana sul popolo che s'era illuso a credere in essa. Era, com'io l'intendeva, una dichiarazione della Democrazia ch'essa viveva di vita propria, collettiva, europea e non dell'iniziativa d'un solo popolo, Francese o altro. Anche sotto quell'aspetto, credo che la nuova istituzione giovasse. L'idea, che le Nazionalit

Lo scritto dell'Iniziativa rivoluzionaria in Europa , steso sul finire del 1834, fu inserito nella Revue Républicaine, del gennajo 1835. Diretta da Godefroy, Cavaignac e Dupont, quella Rivista parigina rappresentava le opinioni della parte repubblicana ordinata sul terreno dell'azione nella Societ

Protestai quanto seppi. Affratellato coi migliori tra gli esuli della Polonia io aveva, dalle loro conversazioni come dall'attento esame delle operazioni militari di Ramorino, ritratto giudicio diverso da quello dei Comitati. Ricordai loro che avevamo tutti predicato il principio: a cose nuove uomini nuovi; che nelle grandi rivoluzioni le imprese avevano creato i nomi, non i nomi, le imprese; che in ogni modo, nel duplice stadio dell'iniziativa e della guerra che terrebbe dietro, sarebbe stato più cauto lasciare il primo agli ordinatorî del moto, e affidare al Generale il secondo, quando i primi successi avrebbero gi

L'insurrezione di qualunque altra parte d'Italia che precedesse quella di Lombardia, la renderebbe, o impossibile, o assai meno decisiva: ma se anche ciò non fosse, io vi direi sempre: «l'Austria è tra voi, a voi tocca l'onore dell'iniziativaOh sventura a voi, che intendete, ma non sentite più le cose ch'io vi dico!

Dell'iniziativa francese. Perchè, non vale il negarlo: gli uomini ai quali io alludo, e che leggeranno queste mie pagine, gli uomini che assentono plaudenti alle nostre parole di patria, d'indipendenza, di fede in noi stessi, e si staccano, biasimando, da noi ogni qual volta noi cerchiamo tradurle in atto, non credono nell'iniziativa della parte monarchica piemontese; non s'aggiogherebbero a tentativi bonapartisti; non credo pongano basso l'onore italiano da pretendere che la sola citt