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Aggiornato: 25 giugno 2025
Sottili fischi uscivan dall'erba, ma sui fuggevoli suoni incombeva il gran silenzio dell'ora notturna, un silenzio che pareva piovere anch'esso dalle remote scaturigini dell'infinito.
Al largo il mare prendeva di fianco la «Siracusa»; il vento andava sempre più rinfrescando. Sospinti dalla libecciata i nuvoloni si rincorrevano, sovrapponevano i loro enormi profili, addensavano prima dell'ora le tenebre.
Nella spaccatura della Val d'Intelvi disegnavasi nel palpito lunare una specie di scena interna, profonda, in cui dominava come su un altare il Santuario di Sant'Anna. Tutta la bella Tremezzina era lì spiegata in una sfilata di case immerse nella gran pace dell'ora notturna, solenne, tremolante di sogni.
Il Sant'Angelo accondiscese immantinente, volle anzi che a malgrado dell'ora tarda e del pessimo tempo il ragazzo partisse subito col carrozzino.
Come è facile intendere, Giusto Giusti arrivò prima dell'ora e si piantò in sentinella nella via, senza perdere mai di vista il portone di casa Cipolla, nel quale dovevano entrare la sua innamorata e la fantesca. Ma di lì a poco quello stesso portone eruttò un coso nero e sporco, nient'altro che prete Barnaba, sfrittellato come al solito, anzi peggiorato dall'uso.
Oh portento! Noi siam dell'Ora strana i sospiri e moriam come sia il giorno. O Luna, o bella Luna, non calare!... Zitti: i Genii risurgon dalle rose ed il prato assomiglia a un verde altare, steso alle vaghe vittime amorose.
La luna cala dietro le torri ed i campanili. Zitti: il Montecchio dal giardino ascese per l'ardua via al talamo nuziale, chè la canzon dell'Ora egli gi
Un contrasto palese era tra il sentimento dell'ora, delle cose circostanti, e il sentimento rappresentato dai discorsi di Federico, da quel libro, dai nomi dei personaggi che Giuliana amava. L'ora fluiva lenta e molle, quasi accidiosa, in quel confuso vapore biancastro dove gli olmi a poco a poco si disfioravano.
Senza questi la storia mia sarebbe troppo fuori di luogo. Ma perchè non hanno profittato a distruggerci dell'ora?
Otto giorni dopo, sul far della sera, attorno alla casipola del Daino pascolava ancora una mandria di pecore; il pecoraio, seduto sur un sasso, e col bastone tra le gambe, provava con lo zufolo una polca che aveva sentito sonare, nell'ultima festa, alla banda del suo paese. E chi sa quanto ancora sarebbe restato lì, curvo, con gli occhi intenti, dimentico dell'ora e di sè stesso, se un ragazzetto non fosse venuto, a nome del Ciulla, ad avvertirlo ch'era gi
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