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Aggiornato: 12 luglio 2025


Era di guardia ad un gabinetto di piacere, posto in mezzo ad artificioso boschetto nel parco di Belgiojoso, delizia dei Visconti; e guardando attraverso al graticolato della gelosia, che vi lasciava liberamente circolare l'aria, vide Luchino che, rinvolto nel mantello, vi si era addormentato: addormentato solo, coi due mastini al piede, che dormivano anch'essi.

Il maestro allora lasciò i libri pel vino. Divenne ostiere. Lisa, dopo quattr'anni, anch'ella Spirò, mettendo al mondo una bambina bella Come un amore, e cui lasciò erede del nome. Nel mille ed ottocento settanta, colle chiome Che parevano d'oro, allegra e ben tornita Era la nuova Lisa la delizia e la vita Del padre, a cui la testa s'era fatta canuta.

«Tito, scrive un autore cristiano⁵⁵, la delizia del genere umano, la cui dolcezza passò in proverbio nelle nazioni dell’occidente, è singolare modello di bont

"Che gioja! che delizia! Innanzi e indietro andremo; Nel mar scaraventati co' Gamberi saremo!" Rispose la Lumaca: "Oimè! gli è un lontano! A me non piace un ballo cotanto ardito e strano!" Volete voi, volete, volete voi ballare? Volete voi, volete, co' Gamberi danzare?

I vetri verdognoli mandavano una mezza luce quieta, affievolita ancora dal loggiato ad archi sul quale mettevano due finestre, mentre una terza che si apriva verso il vecchio camposanto, una delizia di cortiletto chiuso da alte muraglie, lasciava a mala pena entrare un barlume di giorno, un chiarore da chiostro, da sagrestia, o da stalla.

Finalmente, un anno circa dopo le nozze, nasceva, non un maschio, ma la mia cara bimba, che il reverendissimo Monsignor Canonico Don Giuseppe Carletti teneva al sacro fonte battesimale, imponendole il nome di Giuseppina. Tutti dicevano che era belloccia, a me pareva un angelo addirittura, e non mi saziava mai di guardarla, compiacendomi con mia moglie di tanta delizia.

Per la Maddalena e per l'attore fu il contrario. Cominciarono dalla delizia. La croce venne dopo vari mesi, quando egli trovò da collocarsi in una buona compagnia, e partì dicendo, col suo bel accento romano, che andava «a cogliere allori per la sua fanciulla».

Il misero arcivescovo intanto mormora le prime parole di quei versi memorabili di Orazio: Quo pius Eneas, e muore muore quale aveva vissuto, valoroso cavaliere più che costumato ecclesiastico, fedele fino all'ultimo respiro alla poesia, ad Orazio, al centenario Falerno, che avevan formato la sua delizia invece della Bibbia.

Come se dal mio alvo fosse espresso il mondo è mio, sol perchè il vedo in sogno: quel che ho non curo, e quel ch’è incerto agogno, e mangio e bevo del mio sangue istesso. Delizia del cadere, e poi delizia del drizzarsi d’un balzo, senza chiedere aiuto: e non guardar che la mia fede, e portar dentro me la mia milizia!... E vado. Ad ogni membro ho qualche benda su qualche vecchia o giovine ferita.

Col terzo precetto si proibisce di proferire il nome del Signore per cose vane. Quel santo nome che ci richiama alla mente quell’Essere infinito centro di ogni perfezione, amore e delizia di ogni anima pia; non può e non deve venire pronunziato che nelle nostre preghiere e per motivi gravi, e con quel rispetto e con quella venerazione che per noi si può maggiore.

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