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Francesco le stringeva la mano amorevolmente, levavasi in collo il bambino, e si mostrava intenerito: ma quello spontaneo moto di natura rimaneva ben tosto compresso dal desiderio di figurare, dall'abito di cercare la felicit

Uno di questi era un omaccione, grasso, rubicondo, con gli occhi sgusciati a guisa delle tartarughe; ed era il bisavolo, come ragionevolmente appariva dall'abito di velluto, tagliato alla foggia del settecento e dalla parrucca incipriata con la coda a sacchetto.

Lidia vestiva un abito grigio e portava un grembiale nero; l'abito indicava forme così giovanili e così recenti di maturanza da ispirar piuttosto sollecitudine tenera che ammirazione; il suo viso era un po' pallido, ma freschissimo, e ne aumentavan l'impressione di giovanezza rigogliosa gli occhi turchini, la bocca dalle labbra rosse e ben delineate; aveva piccolo naso, con narici rosee, e piccolissime orecchie; il collo, per quanto appariva dall'abito, era d'una bianchezza alabastrina; il petto non troppo esile povero; le mani magre, con dita affusolate.

C'eran dei bambini, quattordici o quindici, seduti innanzi a una tavola bianca, e serviti da noi in mezzo al frastuono ch'essi sollevavano.... Fra i maschi ve n'eran di precoci i quali mangiavano poco per guardar la loro vicina: tra le femmine, ve n'era di precocissime, le quali mangiavano meno, preoccupate dall'abito a vive tinte e dal cappello, pendente dalla spalliera della sedia.... Una mestizia, quell'accolta d'innocenze: avevan le loro bizze, i loro sopraccapi, le loro cattiverie. I più piccoli ci sorvegliavano attentamente perchè facessimo le parti uguali e nulla passasse innanzi a loro senz'averlo gustato: quando un' involontaria sbadataggine riempiva il piatto meglio all'uno che all'altro, il meno favorito dalla sorte cacciava le mani nel tondo del più fortunato e si serviva a suo piacere. I più grandi sentivan gi

Lo vide allora, scender ultimo dal predellino, e batter de' piedi in terra, per iscuoter la neve, che appunto , a mezza, discesa, gli aveva fatto crosta alle suole. Era un coso alto e nero, con un volto tutto a spigoli, che apparivano più vivi per aver egli le guance rase, cogli occhi neri, affondati nelle orbite, appiattati sotto due ispide sopracciglia come il ragno nella sua buca; insomma, un tipo volgare che, fatta astrazione dall'abito mezzo signorile, si sarebbe potuto così a occhio e croce collocare in uno di quegl'infimi e necessari uffizi sociali, i cui nomi si ommettono per brevit

A destra, caffè buffet, con tenda e tavolini di fuori. Sopra venti persone, in media due pigliano il caffè caldo; e gli altri.... pigliano il fresco. Una donnina dall'abito vistoso e dallo sguardo equivoco, mangia tutta sola a un tavolino separato, servita da quattro camerieri, che le dicono delle freddure prese a prestito dalle conversazioni dei giocatori di biliardo.

Questi altri invece che s'avanzano, dalla capigliatura bionda e dall'abito tutto rosso, parlano tutti tedesco; sono allievi del Collegio germanico. Ed ecco ancora altri collegi dalle vesti turchine, nere, bianche, sono inglesi, scozzesi, allievi del Collegio Nazareno, o dell'altro dei nobili. Chi li potrebbe nominar tutti?

Nicolino Ariberti. era rimasto sovra pensieri. Quella timida occhiata di Filippo Bertone gli stava sul cuore. Perchè non l'ho io salutato? andava dicendo tra . Imparerò anch'io a giudicar gli uomini solamente dall'abito? Torniamo a noi; gridava intanto il Ferrero. -Si pensa sul serio a metterla in luce, la Dora? Ma si, certamente.