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Aggiornato: 8 maggio 2025
Ulisse, stretto dall'ardente pressa, scrisse la supplica, e scritta che l'ebbe la consegnò al Cardinale di San Giorgio; il quale l'accolse con sottilissimo riso, che appena gli fece tremolare i peli estremi dei baffi: forse era di compiacenza, forse di scherno, e può darsi di ambedue. Ridottosi a casa, meditando sopra lo accaduto, e riandando con mente quieta le parole e i fatti, Ulisse si accorse come, prevalendosi del turbamento dello animo suo, lo astuto prete lo avesse condotto se non a sbagliare, almeno a mutare strada, e cavatogli di sotto quanto ei desiderava. Però quegli che n'ebbe profitto questa volta fu il vinto; avvegnadio il Moscati senza vilt
Ahmed aprì il sacco e tirò fuori una testa umana bruttata di sangue, priva degli occhi e seccata dall'ardente sole equatoriale. Egli la mostrò ad Abd-el-Kerim che indietreggiò inorridito. La conosci questa testa? chiese Ahmed con accento feroce. No, balbettò l'arabo.
Il generale Forey vi si preparò arditamente, ordinando al colonnello Cambriels di riunire quanti più uomini può della sua divisione in marcia, e con questo piccolo numero di valorosi, elettrizzati dall'ardente coraggio del generale e del loro colonnello, con audacia senza pari si slanciò contro il nemico tre volte superiore di numero, lo arrestò e gli tenne testa.
Altrove si scatena dal cavo bronzo fulmine distruggitore; tronca, abbatte, fora, uccide quanto si oppone al suo passaggio, e precipita quasi dalle nubi e manda dall'ignivomo seno, come vulcano dall'ardente gola, mille infocate saette, che scagliano intorno lagrimevole strage col temuto rimbombo del tuono; ma il soldato imperterrito stampando orme di sangue, fra il maggior cimento più s'accende alla vittoria: si lasciano i caduti, si stringono le file, e mentre la fiera artiglieria gli tempesta contro la rovina, ei quasi la disprezzi, se le scaglia incontro, l'aproccia, l'assale e la rende inoperosa; ardire solo concesso all'orgoglio dell'uomo.
Un'ora vi riesce scarsa per veder di sfuggita tutta quella mostra di tesori, che basterebbero a saziar l'ambizione di dieci Regine e ad arricchir gli altari di dieci basiliche; e quando il sacrestano, dopo avervi fatto vedere ogni cosa, cerca negli occhi vostri l'espressione della meraviglia, non vi trova che quella d'uno stupore attonito, che accusa l'immaginazione vagante altrove, lontano, nelle reggie favolose delle leggende arabe, dove i genii benefici accumulano tutte le ricchezze sognate dall'ardente fantasia dei Sultani innamorati.
Parola Del Giorno
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