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Aggiornato: 5 maggio 2025
Nel corridoio, il re si imbattè nel marchese di Sora, uscito insieme agli altri al rumore ed al grido di Bambina. Il re si approssimò al marchese e gli disse all'orecchio: Venite. Il marchese riconobbe la voce del re e si sentì preso al cappio. Nonpertanto e' sorrise e rispose: Sono felice d'incontrarvi qui, sire. Il marchese di Sora, il re ed il principe di Schwartzemberg uscirono.
Quanto a me, disse Gisella, è un altro affare. Io non passo mai di qua senza fermarmi al Martinetto, per salutar Biancolina. Del resto, soggiunse cerimoniosa, ci ho guadagnato d'incontrarvi e di avere un buon compagno per la discesa. Venite dunque, Vaussana, e faremo anche il giro più largo. Così mentir
«Voi vedete,» le disse, «ch'io faccio uso del permesso da voi accordatomi. Vengo per dirvi addio, sebbene abbia avuto la fortuna d'incontrarvi ieri soltanto.»
Probabilmente, perchè non sa nulla nemmeno lui. Tutti dicono: chi sa dov'è? chi sa cosa fa? Vi credono in China per lo meno. Ho molto piacere di vedervi; state certo che manterrò il vostro segreto. Grazie; ve lo raccomando, sapete, in diplomazia non si scherza. E ditemi in che modo ho la fortuna d'incontrarvi?
La fanciulla camminava dietro del padre, paurosa d'essere ricondotta a casa, di spiacere alla signora Maddalena, e d'incontrarvi Giuliano; di cui non sapeva che era partito; e Rocco, pensando a quei giovani, alla propria collera della notte innanzi, al fatto del padre Anacleto; combatteva con un dubbio che sulla santit
Giunta a Tolosa, scese al palazzo di sua zia, ora divenuto suo, ed invece d'incontrarvi Quesnel, vi trovò una sua lettera, colla quale, oltre a parecchie istruzioni circa i di lei beni, l'informava essere stato obbligato di partire due giorni prima per un affare importante. Il poco interesse che Quesnel mostrava di rivederla, non occupò a lungo i di lei pensieri, i quali si volsero alle persone vedute in quel palazzo, e sopratutto all'imprudente ed infelice signora Montoni; essa aveva fatta colazione secolei la mattina della sua partenza per l'Italia. Il salotto in cui ritrovavasi, rammentavale più che mai tutto quel che aveva sofferto allora, e le belle speranze di cui pascevasi a quell'epoca la zia. Affacciandosi alla finestra del giardino, vide il viale in cui la vigilia del suo viaggio erasi separata da Valancourt. La di lui ansiet
Nè ho cessato di venir qui. Non ebbi la fortuna d'incontrarvi, ecco tutto. Siete di cattivo umore? Punto. Certo è che non siete più assiduo, qui, come nei primi giorni. Naturalmente. Non ho l'abitudine d'importunare il prossimo. E poi sono stato fuori, due o tre volte. Da qualche giorno, infine, sono molto occupato nell'arredo del mio alloggio.
Non ebbi dette queste parole, che egli ammutolì e si oscurò nel viso nè per quanto io vi almanaccassi sopra, seppi comprenderne la cagione. Alla sera io mi recai in casa della contessa; mi aspettava d'incontrarvi Raimondo, ma non vi era ancora. Il generale mi venne incontro; gli domandai notizie della signorina Clelia. Era incomodata lievemente e s'era rimasta a casa.
Cominciava così: «Signore e signori: vi venne mai fatto d'incontrarvi in qualche patrizio di stirpe antichissima e gloriosa, presentemente decaduta e nella povert
Potrebbero vederci, e ciò non mi garba... colla vostra aria da trionfatore romano. Cattiva! Dite piuttosto che temete d'incontrarvi in qualcheduno dei vostri eterni adoratori. Voi vedete a quest'ora come io mi prenda pensiero di loro. Venite, dunque. No; replicò la signora Mary, che aveva buon senso per due; a quest'ora da Biffo ci si può essere ancora, ma lo andarci a quest'ora...
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