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Gasparo lo interruppe con un gesto d'impazienza: Quando facciamo sparger delle lagrime per i nostri piaceri, abbiamo perduto il diritto di addurre a scusa la nostra et

Cavalli! soggiunse egli, rispondendo ad un gesto del compagno, che si era voltato stupefatto a guardarlo. Cavalli, sicuro; disse di rimando Tommaso; e poi? Non hai indovinato? Son essi. Essi? Pronome, e nient'altro; ripigliò il Sangonetto; io non t'intendo. Giacomo Pico crollò le spalle in atto d'impazienza.

Quivi Thompson fece buona figura: Un po' noiato dalle superflue cerimonie egli non dié segno d'impazienza e la noia in parte gli venne compensata dal piacere di sorreggere il suo nuovo figlioccio, un grosso e ben formato bimbo, che nelle robuste braccia del capitano sembrava però leggiero come una piuma.

Oh, fece Folco sorridendo. Sei gelosa d'Ariberto? Io temo ch'egli non sia sincero, rispose la contessa. Folco frenò a stento un gesto d'impazienza. Ma che vuoi? Finora non ho avuto da lui se non parole molto savie: credo ch'egli mi sia veramente affezionato e che la sua amicizia onesta e la sua esperienza mi siano utili. La sua esperienza? esclamò Gioconda.

"No, davvero!" disse Alice con sottomissione. "Ma lei s'offende tanto facilmente!" Per tutta riposta il Sorcio si mise a borbottare. "Di grazia, ritorni, e finisca il suo racconto!" Alice dunque lo richiamò; e tutti gli altri sclamarono in coro, "Via, finisca il racconto!" ma il Sorcio crollò il capo con un moto d'impazienza, ed affrettò il passo.

Attilio si alzò, fece un moto d'impazienza come volesse partire, passò la mano sulla fronte, poi come pentito di quella manifestazione tornò a sedere.

"Che avete fatto di me?" ripetevano la morta e la vivente, ambedue senza muovere le labbra. "Che avete fatto di me?" Ma che leggi, ora, Tullio? disse Giuliana volgendosi, togliendomi il libro di tra le mani, chiudendolo, posandolo di nuovo su le sue ginocchia, con una specie d'impazienza nervosa.

In qualunque caso però, era premurosissima di parlarne a Quesnel, e considerava la sua visita imminente con un misto d'impazienza, di speranza e timore.

Si tratta d'una cosa che mi fu partecipata con gran riserbo; che non voglio credere, che non credo anzi. Or via, dica, contessa; ella mi fa morire d'impazienza. Pensandoci su, per altro, capisco anch'io che è affar da nulla; in un giorno di trionfo, com'è questo per noi, non val la pena di sturbarci per tali inezie. Ci sono interessi molto più gravi che ne tengono occupate.

Al tempo stesso gli scriveva: «Puoi credere quanto desidero riabbracciarti, vieni appena puoi, ma non ti affrettare per me: fa tutto quel che devi fare». Ella soffriva intanto atrocemente. Trascinava penosamente i giorni lunghissimi in un'agonia di aspettazione. Era piena d'impazienza, di paura; le pareva che Dio la sottoponesse ad una prova superiore alle sue forze ed interminabile.